Giorgia Meloni sul reddito di cittadinanza è stata chiara nel suo discorso per la fiducia alla Camera tenuto oggi. Il presidente del Consiglio ha ribadito il suo pensiero sulla misura voluta fortemente dal M5S quando era al Governo, un pensiero più volte espresso quando FdI era all’opposizione e nel corso della campagna elettorale
“Per come è stato pensato e realizzato, il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia”,
ha detto Giorgia Meloni. Mugugni e silenzio tra i banchi di M5s, Pd, Sinistra e Verdi, mentre il Premier ha incassato gli applausi convinti da parte di renziani e deputati di Azione quando ha annunciato le modifiche al reddito di cittadinanza. Ricordiamo che il leader di Italia viva, Matteo Renzi, propose un referendum per la sua abolizione
“La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro. Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare: difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico “,
ha spiegato Meloni.
Giorgia Meloni sul reddito di cittadinanza: “Va ripensato”
Il presidente del Consiglio ha intenzione di tutelare chi non può lavorare mentre per tutti gli altri la soluzione alle difficoltà economiche è il lavoro:
“Abolire il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito. Per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo. Perché per come è stato pensato e realizzato, il Rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia”,
Ha poi aggiunto:
“E se sul reddito di cittadinanza in quest’Aula esistono posizioni diversificate, sono certa che tutti concordiamo sull’importanza di porre fine alla tragedia degli incidenti, anche mortali, sul lavoro. Il tema, qui, non è introdurre nuove norme, ma garantire la piena attuazione di quelle che esistono. Perché come ha ricordato anche il sindacato – da ultimo con la manifestazione di sabato scorso -, non possiamo accettare che un diciottenne come Giuliano De Seta – e cito lui per ricordare tutte le vittime -, esca di casa per andare a lavorare e non torni mai più”.
Beneficiari del reddito di cittadinanza del mese di ottobre
Nel mese di ottobre, i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza e Pensione di Cittadinanza sono stati 1,16 milioni in totale (1,04 milioni RdC e quasi 121 mila PdC), con 2,45 milioni di persone coinvolte (2,32 milioni RdC e 136mila PdC) e un importo medio erogato a livello nazionale di 551 euro (582 euro per il RdC e 282 euro per la PdC). Lo rileva l’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza. L’importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti il nucleo familiare, e va da un minimo di 454 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 736 euro per le famiglie con cinque componenti. La platea dei percettori di reddito di cittadinanza e di pensione di cittadinanza è composta da 2,16 milioni di cittadini italiani, 208mila cittadini extra-comunitari e quasi 84mila cittadini europei. Per i nuclei con presenza di minori (358mila, con 1,28 milioni di persone coinvolte), l’importo medio mensile è di 682 euro, e va da un minimo di 592 euro per i nuclei composti da due persone a 742 euro per quelli composti da cinque persone. I nuclei con presenza di disabili sono 199mila, con 443mila persone coinvolte. L’importo medio è di 492 euro, con un minimo di 388 euro per i nuclei composti da una sola persona a 701 euro per quelli composti da cinque persone. La distribuzione per aree geografiche vede 430mila soggetti beneficiari al Nord, 328mila al Centro e 1,69 milioni nell’area Sud e Isole. Nel corso dei primi nove mesi le revoche hanno riguardato oltre 46mila nuclei e le decadenze 230mila.