Il nuovo ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti deve fare i conti da subito con una serie di nodi. Prima di tutto le misure del decreto Aiuti Quater, per aiutare famiglie e imprese a contrastare la crisi energetica e il caro bollette. Poi c’è la Legge di Bilancio, con l’eventuale Nota di variazione del Def da inviare a Bruxelles entro il 30 novembre

Giorgetti, proroghe e misure contro il caro bollette

Tra le misure da prorogare nel decreto c’è lo sconto di 30 centesimi sulle accise della benzina in scadenza il 18 novembre; i crediti d’imposta per le imprese, energivore e non in scadenza il 30 novembre e, tra le altre, le garanzie statali rilasciate da Sace per i finanziamenti richiesti per il pagamento delle fatture energetiche

È inoltre allo studio una moratoria di sei mesi per mettersi in regola con il pagamento delle bollette evitando così lo stop della forniture dopo 41 giorni di ritardo dalla scadenza del pagamento dovuto.  

Bonus sociale 

Fra le novità del dl l’ipotesi di scollegare il bonus sociale dall’Isee, in quanto avrebbe ostacolato l’accesso al beneficio a riprova delle poche richieste rispetto ai fondi stanziati. Si passerebbe quindi ad un’erogazione automatica del bonus alla famiglie con reddito entro i 12mila euro e la possibilità di alzare la soglia a 15mila euro. Stop quindi al bonus da 150 euro per i redditi fino a 20mila euro

Documento programmatico di bilancio

È probabile che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti debba rivedere le stime del documento programmatico di bilancio inviato dal governo Draghi a Bruxelles, sia perché l’Italia nel frattempo si appresta a entrare in recessione, segnando un terzo trimestre di segno negativo, sia se il governo dovesse decidere di fare leva sul deficit per reperire le risorse per la prossima manovra. Il documento va trasmesso alla Commissione Ue entro il 30 novembre.  

Fisco, pensioni e pubblico impiego

Sul tavolo di Giorgetti aleggia l’ipotesi di una nuova stagione di rottamazione con una nuova definizione agevolata dei carichi affidati alla Riscossione fino al 30 giugno 2022 e lo stralcio delle cartelle fino a 2mila euro. 

Allo studio anche l’ipotesi per il post Fornero che, in assenza di interventi mirati, scatterebbe in automatico il primo gennaio 2023. Servono inoltre 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, 4,5 miliardi di euro per il taglio del cuneo dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro e altri 2 miliardi di euro di spese indifferibili. 

Le parole di Salvini

Il leader della Lega dà man forte a Giorgetti: Salvini vuole evitare che torni il sistema pensionistico da lui contrastato durante il 2018 e modificato dal primo governo Conte, quanto venne introdotta la quota 100 con durata di tre anni.

“L’importante è bloccare una volta per tutte la legge Fornero, che innalza a 66 e 67 anni l’età per andare in pensione dall’1 gennaio, una follia. Stiamo studiando diversi modelli, come Lega, simulando l’avvio di quota 41 con 61 o 62 anni di età minima senza penalizzazioni. Poi, ci sono cinque anni davanti ma l’importante è cominciare bene”