Presentarsi al Parlamento e all’Italia per dare “seguito concreto e attuazione agli impegni”. Chiarendo subito che il suo non sarà un governo breve, di transizione. Che non sarà disposta a “vivacchiare” ma ha l’ambizione di durare cinque anni, tutta la legislatura. Imprimendo al primo esecutivo della Repubblica guidato da una donna un indirizzo “fortemente politico”. Con queste premesse Giorgia Meloni giunge all’appuntamento più importante della fase post-elettorale, dopo l’emozione “impattante” dell’arrivo a Palazzo Chigi per il cambio di staffetta con Mario Draghi; e dopo il giuramento davanti al capo dello Stato, con la formula imparata a memoria salvo qualche fisiologico inciampo emotivo.

Il discorso di Giorgia Meloni a Montecitorio

L’appuntamento è alle 11 a Montecitorio. La presidente del Consiglio, si presenterà in Parlamento, dove può comunque contare su una maggioranza solida. E farà un discorso che toccherà tutte le questioni fondamentali, la condanna della Russia per la guerra in Ucraina, i rapporti con l’Europa, le ricette economiche anticrisi.

Giorgia Meloni parlerà anche del tema delle donne. Il declinare al femminile un potere detenuto fino a oggi solo da uomini sarà un passaggio cruciale. 

L’asse euro-atlantico

La postura internazionale dell’Italia, come ha ribadito più volte, resterà saldamente ancorata all’asse euro-atlantico. E non ci saranno passi indietro sul sostegno all’Ucraina, anche con altre armi, se necessario. Ma la sfida più urgente, resta quello del gas. Lì sarà difficile discostarsi dal percorso tratteggiato da Mario Draghi e dal suo ministro Roberto Cingolani, che resta come advisor del governo di centrodestra.

Un nuovo decreto bollette sarà probabilmente il primo impegno concreto del nuovo governo che subito dopo dovrà affrontare la scrittura della prima manovra, in tempi record.

Guerra e inflazione

Con l’inflazione che continua a correre e gli esiti sempre incerti della guerra, Giorgia Meloni assicura il “massimo impegno”, suo e dei suoi ministri, per evitare che il Paese, dopo la crisi sanitaria e quella energetica, ripiombi anche in una crisi economica.

Bruxelles sarà comunque una delle prime tappe di Meloni per accreditare il nuovo esecutivo. Ma l’intenzione è quella sì di “collaborare” ma sempre con la stella polare dell’interesse nazionale, dalla difesa dell’apparto produttivo e dell’italianità dei prodotti che rendono il nostro Paese famoso, e forte, nel mondo.