Usura nel napoletano, e non solo anche un altra serie di reati. L’ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal Gip presso il tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia ha coinvolto 11 persone a vario titolo.
Usura nel napoletano: 11 arresti a Fuorigrotta
Così questa mattina i carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito gli arresti con l’accusa di delitti di usura, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di armi comuni da sparo illegale. L’aggravio riconosciuto: finalità di favorire il sodalizio camorristico Baratto-Volpe, che opera nel quartiere Fuorigrotta e che rientra nella sfera di influenza e di controllo nell’associazione denominata “Alleanza di Secondigliano” o “il Sistema”
Tra gli indagati risulta esserci anche un uomo appartenente all’Arma dei carabinieri indiziato di aver commesso il delitto di corruzione: ha adempiuto a un atto contrario ai doveri d’ufficio.
Le indagini sono state approfondite e nel corso di esse sono stati rintracciati un numero considerevole di casi di usura, perpetuati ai danni di numerosi esercenti, tra le vittime anche l’ex capitano del Napoli Bruscolotti. Gli estorsori avrebbero applicato tasi di interesse variabili che si aggiravano tra il 25% e il 40%.
All’esito dell’attività investigativa cinque persone sono finite in carcere, quattro agli arresti domiciliari (tra questi il carabiniere) mentre due soggetti sono destinatari della misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Per lealtà di informazione è da sottolineare che il provvedimento adoperato è cautelare, nel senso che i destinatari di esso sono sì sottoposte ad indagini, ma fino a sentenza definitiva sono presunte persone innocenti.
Usura nel napoletano: la confessione del titolare accusato di usura
Un altro caso, A Napoli. Nella fattispecie, l’attesa di una sentenza Bis a fronte di un’accusa rivolta a Luigi P., (noto imprenditore in città del settore ittico) di usura ed estorsione nei confronti di un impresario di eventi e spettacoli, rappresentato dall’avvocato Gianluca Giordano.
Non sono passate neanche 24 ore che al titolare di una pescheria a Napoli la Corte di Appello “ha dato” due anni dopo che il commerciante ha avanzato tramite i suoi legali la richiesta di concordato in Appello. In primo grado il 31enne era stato condannato a 2 anni e 8 mesi, ora la pena cala per via della confessione degli addebiti contestati dalla Procura.
Il fatto risale al 2019, il commerciante in veste di usuraio aveva prestato dei soldi ad un impresario che non poteva più rivolgersi agli istituti bancari. La cifra prestata ammontava a 10000 di capitale e 5000 sottoforma di interessi con un tasso iniziale calcolato del 600%.
A causa del lockdown conseguente allo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, l’imprenditore non era riuscito a restituire la somma pattuita (che, nel frattempo, era repentinamente lievitata a fronte di tassi di interesse imposti dal patto illecito, fino a raggiungere un importo di 190 mila euro), così da indurre il titolare della pescheria a esercitare le classiche gravi azioni di natura estorsiva, culminate sia in aggressioni fisiche che in intimidazioni e minacce di morte, nei confronti dell’imprenditore (“ti ammazzo”, “ti sequestro fino a quando non mi porti tutti i soldi”, “ti taglio la gola” “butto giù dal balcone prima a te e poi a tuo padre”) e della sua famiglia.
Che cos’è l’usura?
L’usura è sicuramente una piaga sociale che esiste fin da tempi antichissimi. La ritroviamo nei romanzi ambientati nel Medioevo. Tuttavia, attraverso il processo di civilizzazione l’uomo non è riuscito a sconfiggerla del tutto e, ai giorni nostri, purtroppo vi si riscontrano numerosi casi di usura.
Con il termine “usuraio” si intende una persona che, approfittando del bisogno economico di terzi, presta denaro applicando una percentuale di interessi eccessiva. Proprio perché “chi presta i soldi a strozzo” si approfitta di una condizione “debole” della persona che ha bisogno, l’usura è diventata dopo molti casi di suicidi soprattutto un reato contro la persona, pertanto in termini di legge l’usuraio viene punito gravemente.
Come funziona?
L’usuraio presta denaro, senza chiedere garanzie né preoccuparsi della situazione economica del beneficiario. Ciò significa che chiunque versi in condizioni di difficoltà, non potendo accedere a mutui o prestiti regolari, trova allettante l’idea di poter avere della liquidità immediata senza dover passare da una finanziaria.
Una volta prestata la cifra al richiedente, l’usuraio pretende ovviamente la restituzione del denaro in rate, alle quali applica una percentuale di interesse così elevata da ottenere indietro molti più soldi di quanti ne ha prestati.
Da una parte, gli usurai che si arricchiscono, dall’altra chi prende denaro in prestito rischia di non riuscire mai ad estinguere il proprio debito. Spesso entra in quello che noi chiamiamo “circolo vizioso”: prevede la richiesta di un ulteriore prestito per saldare gli interessi, anch’esso “caricato” di commissioni esagerate e impossibili da pagare.