Una notizia che già si vociferava trova adesso conferma ed ufficialità: i tabaccai non hanno più l’obbligo di accettare i pagamenti con carta. Gli esercenti dei tabacchi potranno anche decidere di non esibire il pos. L’indicazione supera la disposizione precedente che, lo scorso 30 giugno, ha previsto che tutti gli artigiani, i commercianti ed i liberi professionisti sono tenuti ad accettare pagamenti con il Pos. Pena una sanzione pecunaria di 30 euro più il 4% del valore della transazione per cui è stato rifiutato il pagamento elettronico.

Le ragioni alla base dell’azione dei tabbaccai d’Italia è di natura di tracciabilità fiscale: essendo i tabaccai concessionarie dello stato, già esiste un’apposita tracciabilità fiscale. L’imposizione dell’obbligo, quindi, per gli esercenti, è stato vissuto come un controsenso. Immediate le mobilitazioni anche tramite la Federazione Italiana Tabaccai che ha ottenuto, su richiesta, il parere del Mise e dell’Agenzia delle Entrate che dà loro ragione.

Tabaccai: stop all’obbligo di pagamento con il poss. Il comunicato

La notizia è stata diffusa, a margine del T2000 a Catani, dalla Federazione Italiana Tabaccai. Ecco il comunicato ufficiale: “Ieri all T2000 di Catania, la fiera dei tabaccai organizzata dalla FIT, il rappresentante ADM della Sicilia, dott. Luigi Liberatore, ha annunciato l’imminente esenzione del pos (carte di credito e debito) per tabacchi, valori bollati e postali. Oggi è stata pubblicata la determina del Direttore dell’Agenzia dott. Marcello Minenna che dà seguito a quanto annunciato a Catania. Forte di un parere del Mise e di un parere dell’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia ha sostanzialmente fatto proprie le nostre ragioni e le nostre richieste“.

E ancora: “Sin dal 2012 anno di entrata in vigore della prima norma che prevedeva la obbligatorietà dell’accettazione della moneta elettronica per tutti i commercianti, abbiamo sostenuto quanto riportato nelle premesse della determina in questione. Le finalità antielusione della norma del 2012 non servono con i tabacchi e i valori bollati e postali in quanto tutta la fiscalità è certificata a monte. Inoltre, la bassa marginalità è incompatibile con i costi connessi all’accettazione della moneta elettronica. Al dott. Minenna che ha avuto il coraggio di riconoscere la fondatezza delle nostre posizioni, va il nostro ringraziamento”.