Il 4 novembre è un giorno che tutti noi ricordiamo: chi non ha mai vissuto anche per un attimo un momento di riflessione davanti a un monumento dei caduti? Conosciamo l’importanza e il significato di tale giorno? Se ci fate caso quale comune d’Italia non ha intestato un a piazza o una via al 4 Novembre? Sapevate che questo giorno non è più rosso nel calendario, e da quando?

Se in questo giorno “si fa qualcosa” è riconducibile ovviamente a un fatto accaduto nella storia, nella nostra storia, quella d’Italia. La storia dell’Italia ci narra di un bollettino rilasciato a guerra conclusasi e vinta, quando il nemico è stato abbattuto.

Il generale Armando Vittorio Diaz, rilasciava il Bollettino di guerra n. 1268, meglio conosciuto come bollettino della vittoria:

“L’Esercito austro-ungarico è annientato”

Il 4 Novembre del 1918 rappresenta la data dell’armistizio nella Prima Guerra Mondiale: cioè, il giorno in cui l’Impero Austrungarico si arrese all’Italia firmando l’armistizio che fu sottoscritto a Villa Giusti, in provincia di Padova.

Quattro anni dopo, nel 1922, la data fu dichiarata Festa nazionale, Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze armate. Ma perché? Grazie alla vittoria nella Prima Guerra Mondiale diversi territori nazionali, allora sotto il controllo degli Austrungarici, furono ricondotti all’Italia.

L’unificazione territoriale, politica e istituzionale dell’Italia era stata interamente realizzata.
Il prezzo pagato era stato altissimo: oltre 4 milioni di soldati mobilitati di cui 250.000 giovani appena diciottenni, 600.000 morti e 1.500.000 feriti, 400.000 civili che avevano abbandonato le proprie case sulla linea del fronte.

Perché il 4 novembre non è più festa? il milite ignoto all’altare della Patria

Furono i combattenti ed i reduci di guerra che con il sostegno delle comunità locali avviarono il culto della memoria dei commilitoni caduti con la costruzione dei primi monumenti e l’apposizione di lapidi commemorative. Il 4 novembre diventò così il giorno della commemorazione, della riconoscenza per il sacrificio dei propri figli.

Dal 26 ottobre al 4 novembre 1921, l’intera Nazione accompagnò il treno che trasportava la salma del milite ignoto da Aquileia a Roma per essere tumulata all’altare della Patria, al Vittoriano, il monumento funebre di Vittorio Emanuele II, che da allora diventò l’epicentro delle solennità nazionali.

Perché il 4 novembre non è più festa? L’austerity del 1976

Ma la festa nazionale del 4 novembre si è celebrata solennemente in tutto lo Stivale dal 1919. Era in rosso nel calendario, i lavoratori non lavoravano, così come gli studenti non andavano a scuola per rimanere a casa.

Questa data, dunque è passata in secondo piano e non è più ufficialmente festa nazionale come da calendario era prima, per via del provvedimento di Austerity attuato nel 1976 che prevedeva che se non si fosse risparmiato da lì a pochi anni, si sarebbero esaurite le fonti energetiche e il petrolio.

Perché il 4 novembre non è più festa? come si festeggia oggi

Dopo tanti anni, il giorno del 4 novembre è ritornato ad essere “il giorno”. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi si è adoperato a riportare un po’ in auge e a restituire una certa importanza alla Festa del 4 Novembre nel corso del suo mandato.

Ogni anno, infatti alle 10:00 circa in diretta Tv dal primo canale nazionale va in onda la celebrazione presso l’Altare della Patria in piazza Venezia a Roma: il Presidente della Repubblica in carica accompagnato dalle alte cariche dello Stato e dalle autorità militari di vertice, depone una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto.

Il periodo fascista

Nel 1922, il 4 novembre venne proclamata solennità civile con la denominazione di Anniversario della Vittoria. Il fascismo l’aveva trasformato da commemorazione per i patrioti, del dramma nella celebrazione della potenza militare, per poi riprendere nel 1949, il suo significato originario con la ricorrenza confermata nel calendario civile con la denominazione di Festa dell’Unità Nazionale.

Dal 1977, in pieno clima di austerity, a causa della riforma del calendario delle festività nazionali introdotta con legge n. 54 del 5 marzo 1977, la ricorrenza è stata resa “festa mobile”, con le celebrazioni che hanno luogo alla prima domenica di novembre.