Senza giri di boa: questo è il titolo del libro che Micaela Farrocco, intervenuta nella trasmissione “Che Musica Maestro” su Radio Cusano Campus, insieme ad altre colleghe giornaliste ha realizzato per Paper First Editore. Il libro punta a raccontare l’avvilente mercato del lavoro in ambito femminile, di quante donne sono ancora oggi nel 2022 costrette ad abbandonare il proprio lavoro perché non va di pari passo con l’essere madre, delle rinunce che una donna deve fare mettendo da parte la propria carriera se vuole diventare anche madre e non solo: il libro racconta testimonianze anche di donne che, una volta comunicata la maternità al proprio datore di lavoro, sono state lasciate a casa senza alcuna tutela, nel momento più delicato delle loro vite in cui invece si avrebbe ancor più bisogno di certezze economiche.
Senza giri di boa: perché questo titolo?
“Tutto comincia a maggio scorso quando siamo rimaste pietrificate dalle parole pronunciate dalla stilista Elisabetta Franchi che, durante un’intervista, dichiarò di assumere solo donne che hanno passato gli “anta”, donne che hanno già fatto quattro giri di boa e che quindi hanno già figli, hanno già divorziato, si sono già separate o già sposate… Insomma donne che possono dedicarsi h24 al proprio lavoro, tralasciando il fatto che una donna può anche non volere figli e avere lo stesso una vita appagante e piena di impegni anche fuori dal proprio posto di lavoro. Sentendo le parole della Franchi io insieme ad altre colleghe giornaliste, siamo rimaste di stucco e abbiamo deciso di lanciare sui social la campagna #senzagiridiboa, invitando tutte le donne a raccontarci le loro esperienze in campo lavorativo; ne è emerso un quadro drammatico, abbiamo raccolto più di cento racconti di ragazze e donne lasciate a casa in seguito alla maternità, donne senza alcuna tutela costrette a dover scegliere se rimanere a casa a crescere i propri figli o continuare a lavorare, donne che hanno avuto un compagno non presente che si è dato a gambe levate quando ha scoperto di diventare padre… Insomma, situazioni da incubo che delineano un quadro chiaro di quello che è ancora il nostro Paese, retrogrado, maschilista e non attento ai bisogni delle donne soprattutto madri. In un certo senso bisogna ringraziare Elisabetta Franchi che ha portato alla luce uno scenario che credevamo fosse in parte risolto ma che ancora effettivamente non lo è: la tragica situazione del mondo lavorativo per le donne e le madri.”
Fiducia nel futuro?
“L’immagine di Giorgia Meloni presidente del Consiglio è un’immagine di una potenza incredibile: visivamente vederla al centro con tutti gli uomini politici intorno è stato molto forte ma poi si va a vedere la lista dei ministri e ci si accorge che il numero di ministre è ben minore rispetto ai colleghi uomini poiché sono molto poche e questo ci lascia pensare che c’è ancora moltissimo da fare; l’emancipazione avviene soprattutto dal punto di vista culturale non basta essere la prima premier donna della storia, occorre che si facciano politiche serie che mirano davvero a una parità tra uomo e donna a partire dai congedi fino ad arrivare alle leggi sulla maternità e paternità obbligatori e tanto altro ancora dal punto di vista lavorativo e non…”