Riforma pensioni Meloni. Poco tempo e poche risorse a disposizione per la ministra del Lavoro Marina Calderone per trovare una soluzione sulle pensioni ed evitare il ritorno della legge Fornero.
Riforma pensioni Meloni
Secondo Il Sole 24 ore, sarebbero quattro le ipotesi su cui sta ragionando il governo:
- Quota 41 con vincolo d’età: l’obiettivo di Quota 41 tout court è nelle proposte della Lega e dei sindacati ma è di difficile attuazione a causa dei costi; per questo i 41 anni di contributi potrebbero essere affiancati da un vincolo di età che potrebbe essere fissato a 61 o 62 anni. Così nascerebbe una Quota 102 o 103 di fatto;
- Quota 102-103 ma flessibile: una soluzione intermedia è quella di richiedere requisiti non rigidi ma elastici. La soglia rimarrebbe a 61 o 62 anni;
- Opzione Uomo con 62-63 anni: sarebbe l’estensione di Opzione Donna anche agli uomini; ma rispetto ai 58-59 anni di partenza si andrebbe da 61-62;
- l’uscita con penalizzazione: è la proposta di Fdi: consente l’uscita dal lavoro a 62 anni con 35 di contributi e penalità nella fetta retributiva prima dei 66 anni fino all’8% del totale.
Quota flessibile
L’idea di anticipare il ritiro per una parte dei lavoratori sessantenni così da favorire le assunzioni dei giovani è stata elaborata pochi mesi fa dalla Fondazione dei consulenti del lavoro. E consentirebbe l’uscita anticipata di circa 470 mila lavoratori. Da ministra, certo, Calderone dovrà tenere conto anche di proposte differenti, come Quota 41 sponsorizzata dalla Lega. Ma la sua “Quota flessibile” è quanto di più vicino a Opzione Uomo della premier Meloni e ad altre proposte di FdI. Il passaggio tra una Quota “rigida” a una “flessibile” – secondo i consulenti – raddoppierebbe la platea dei beneficiari. Come rendere però questa proposta sostenibile per i conti pubblici? In due modi: ricalcolando con il metodo contributivo – “almeno parzialmente” – le quote di pensione che ricadono nel sistema retributivo (per gli anni lavorati fino al 1996) oppure con una “riduzione percentuale progressiva” della futura pensione per ogni anno di anticipo rispetto all’età di vecchiaia, fissata dalla Fornero a 67 anni e adeguata all’aspettativa di vita. In ogni caso, ci sarebbe un taglio dell’assegno.