Paolo Zangrillo scherza con ironia sulla gaffe che ha scambiato il suo ruolo nel governo Meloni con quello di Gilberto Pichetto Fratin: al fratello minore del più noto Alberto, presidente del Genoa e primario al San Raffaele di Milano, è stato consegnato l'incarico di nuovo ministro della Pubblica Amministrazione (PA) e non come inizialmente comunicato quello della Transizione Ecologica.
Come altri suoi "nuovi" colleghi, anche Zangrillo (PA) spiega la parola chiave che dovrà riassumere il suo impegno governativo: "capitale umano" è il termine su cui ricade la scelta. Senza motivazione non c'è successo e non c'è impegno, l'obiettivo è far capire ai dipendenti della Pubblica Amministrazione l'opportunità di sviluppare nuove conoscenze e competenze. Ed è stato proprio questo il suo primo impegno formale da ministro: conoscere il suo staff e interloquire con il predecessore Renato Brunetta per il passaggio del fatidico testimone. Ecco il passaggio di Zangrillo su questo punto:
Ma alcune sigle sindacali non perdonano il passato impresario di Zangrillo (Magneti Marelli giusto per citare la più nota) e hanno già pronte sul tavolo richieste ed eventuali scioperi. Due mondi che saranno chiamati a contaminarsi per colmare quel gap che secondo il ministro è ancora tangibile. Spazio dunque alla crescente digitalizzazione già iniziata nella legislatura precedente, accompagnata da un percorso parallelo di semplificazione.
Tuttavia, anche Zangrillo non può sfuggire alla domanda scomoda sulla gestione dello smart working. La sua scoperta in epoca pandemica è stata un toccasana per milioni di persone, tant'è vero che al momento della sua conclusione c'è stato un diffuso malcontento. In una prospettiva manageriale, il leader della PA si definisce più "laico" nell'accezione di guardare maggiormente ai risultati e non al controllo gerarchico tra capo e dipendente:
Infine, un ringraziamento implicito a Renato Brunetta per quanto svolto in ambito Pnrr: