Guido Crosetto, diventato ministro della Difesa nel nuovo governo Meloni, è protagonista di un’intervista concessa a Repubblica. Il suo ruolo sarà chiave nel capire la strategia dell’Italia limitatamente alla guerra in Ucraina, che dovrebbe comunque proseguire l’operato del suo predecessore, Lorenzo Guerini, e la line atlantista.
Il co-fondatore di Fratelli d’Italia dice chiaramente che l’Italia ha davanti a sé “settimane e mesi molto difficili”, riferendosi alla situazione nel suo complesso. E l’unico modo per uscirne è quello dell’unità di intenti, perché “in ballo c’è la sicurezza del Paese”.
Crosetto: “Mosca ci vuole deboli, serve maturità”
Quali sono i punti chiave della strategia di Difesa dell’Italia? Lo spiega al quotidiano Repubblica Guido Crosetto, diventato ministro da poco più di 24 ore, secondo qui le ripercussioni della guerra in Ucraina sul tessuto sociale ed economico del Paese sono potenzialmente devastanti.
Senza apparire esageratamente drammatico, Crosetto ammette che allo stato attuale “c’è un rischio fortissimo di povertà e disoccupazione” dettato da inflazione e caro energia. E pertanto il Paese si attende che il mandato che ha riposto nel nuovo governo Meloni sia eseguito secondo le promesse fatte in campagna elettorale. Così come l’emozione ha preso possesso dei suoi pensieri al momento del giuramento al Quirinale, così la rabbia rischia di impossessarsi degli italiani come reazione a delle situazioni di cui sono parte lesa anche a causa dell’eccesso di speculazione.
La già citata unità d’intenti e la maturità sono fattori che impediranno inoltre alla Russia di assistere alla disgregazione dell’Ue e dei suoi rivali. Perché a Mosca conviene fornire una narrazione in cui malcontento dilaghi e metta in difficoltà i governi centrali, come un seme marcio che diffonde batteri e virus.
Confermata la linea atlantista
Poi la questione si sposta nel dettaglio sulla situazione in Ucraina. C’è un plauso all’operato di Draghi nell’ultimo Consiglio Ue, al tempo stesso Crosetto ribadisce che la risposta deve essere anche europea.
Sulla fatidica domanda legata a futuri invii di armi a Kiev, ecco la risposta:
La posizione del governo è quella espressa più volte dalla presidente Meloni: quando fai parte di una famiglia e hai firmato un accordo, allora accetti le decisioni che quel gruppo prende. Le decisioni che verranno prese nel quadro delle nostre storiche alleanze internazionali, saranno rispettate dall’Italia. Su questo non ci sarà alcuna divisione.
In tal senso ci saranno a breve le esercitazioni Nato e l’addestramento dei soldati ucraini, una sorta di possibile antipasto per la costituzione di una Difesa unica europea, su cui Crosetto è cauto, definendolo un “esperimento”. Infine, un passaggio sul rapporto con Pechino:
Anche in questo caso c’è un tema culturale. Dobbiamo essere pronti a difendere il nostro know how, e il nostro interesse nazionale. Questo vale per tutte le imprese ma in particolare per alcune: pensiamo al solare o all’auto elettrica, non è possibile che oggi tutti i prodotti o le materie prime esistano solo in Asia. È ancora più vero quando si parla di tecnologie che hanno a che fare con la sicurezza nazionale. Dunque: sì, la golden share sarà uno strumento che dovrà essere utilizzato con forza, ogni qual volta chiaramente ce ne saranno i presupposti.