Nelle sue ultime ore il Governo Draghi fa un altro passo verso la desecretazione di decine di migliaia di pagine di atti relativi ad alcuni dei momenti più tragici della storia della Repubblica. È stata depositata la prima relazione del Comitato consultivo sulle attività di archiviazione, presieduto da Roberto Chieppa, segretario generale della Presidenza del Consiglio, dei documenti su numerose stragi definite di Stato.
Secondo quanto anticipato da MF-Milano Finanza, siamo di fronte a un documento di straordinaria rilevanza che svela alcuni dei segreti degli ultimi cinquant’anni di vita del Paese sulle tragedie di Ustica, dell’Italicus, delle bombe alla stazione di Bologna, in piazza della Loggia a Brescia e piazza Fontana a Milano.
Attraverso numerosi allegati si ricostruisce anche uno spaccato sulla loggia P2 e sull’organizzazione paramilitare segreta Gladio.
Segreto stragi. Cosa non esce
Restano ancora secretate però altre vicende cruciali della nostra storia: il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse e gli assassini mafiosi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nella relazione il Comitato sottolinea “talune criticità nella generale operazione di desecretazione” perché “nel recente passato le amministrazioni hanno avuto talora scarso controllo della propria documentazione, soprattutto di quella non più in uso, e tale circostanza ha causato in alcuni casi dispersioni o perdita di fonti rilevanti per la ricerca storica”. Ancora troppi gli “omissis”.
“C’è poi il tema delle parti ancora coperte. Come più volte segnalato dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi, ora è necessaria da parte delle amministrazioni, su impulso del Comitato, un’operazione di revisione degli omissis posti in eccesso rispetto alla nuova regolamentazione su documenti già versati in passato all’ Archivio (soprattutto in attuazione della direttiva del 2014).
Anche in questo caso, non appare accettabile il versamento, avvenuto in passato, di documenti nella sostanza non leggibili perché coperti da omissis che sono andati ben oltre lo stretto necessario”.