“Questa volta il tempo è stato breve“. Sergio Mattarella esce dal suo studio per salutare i giornalisti nella loggia alla Vetrata dopo aver incaricato Giorgia Meloni di formare il nuovo governo e sottolinea la rapidità con cui nasce il nuovo esecutivo. Dimenticati i tre mesi che servirono per la partenza del Conte I all’inizio della passata legislatura, in “meno di un mese dalla data delle elezioni” il governo Meloni parte, con il giuramento alle 10.
Il Presidente ha spiegato, seppure in modo conciso, perché e come si è giunti a una partenza sprint, innanzitutto per un motivo politico oggettivo che ha spazzato il campo da ogni dubbio su quale potesse essere la coalizione vincente e su quale potesse esserne la guida: la “chiarezza dell’esito elettorale“. Sulla fretta di cominciare, ha influito la necessità di avere “un governo nella pienezza dei suoi compiti” a causa “delle condizioni interne e internazionali”.
Governo Meloni. Guerra e Pnrr
La guerra alle porte d’Europa, il Pnrr da completare, l’inflazione che morde, hanno consigliato di procedere a spron batutto. Una necessità che sembra essere stata condivisa sia da Giorgia Meloni che da Sergio Mattarella senza bisogno di tante parole, confermata anche dalla ridda di polemiche di questi ultimi giorni dopo le parole di Berlusconi su Putin. Meglio chiudere le trattative e cominciare a governare, insomma.
Dal Capo dello Stato, oltre agli auguri di buon lavoro, è giunta anche la promessa di uno “spirito di collaborazione” con il nuovo governo. Una collaborazione “leale” toccata con mano oggi dalla premier prima dell’incarico, al momento delle consultazioni quando il Presidente si è limitato a chiedere se tutti erano d’accordo con le parole della leader di FdI.
E anche nella ora e un quarto di colloquio dopo l’incarico. Tempo dedicato a un rapido scambio di opinioni sui primi fondamentali passaggi dell’esecutivo, a cominciare dalla legge finanziaria da varare in gran fretta.
Un pizzico d’emozione
Ma anche alla lettura dei nomi dei ministri, con qualche piccola limatura legata soprattutto alle deleghe da attribuire a questo piuttosto che a quell’altro dicastero. Una su tutti la delega ai porti che è passata dalle Infrastrutture al nascituro ministero del mare.
Mattarella ha poi voluto “ringraziare ancora una volta” Mario Draghi e il suo esecutivo che in questi tre mesi dallo scioglimento delle Camere hanno continuato a guidare il Paese. Con un gran finale stanotte al Consiglio europeo, che grazie alla spinta di Draghi ha finalmente ha raggiunto un accordo sul price cap.
Mattarella accoglierà nuovamente Giorgia Meloni al Quirinale per la cerimonia del giuramento, la premier sarà accompagnata dai suoi ministri e sarà la prima volta che una donna guiderà un governo. “Buon lavoro” ha gia’ detto il Capo dello Stato. Da domani, dopo la foto di rito tutti insieme, il Presidente tornerà al suo ruolo di arbitro e notaio.