Roberto Calderoli, chi è il nuovo Ministro degli Affari Regionali, senatore della Lega, già Presidente del Senato dal 2001 al 2006 e Ministro per le Riforme. Bergamasco di nascita e proveniente da una famiglia di dentisti, ha seguito il “capo” leghista Bossi in Parlamento. Negli anni si è fatto notare per le uscite polemiche contro Islam, gay e migranti. Definì una “porcata” la legge elettorale da lui firmata.
Roberto Calderoli, chi è il nuovo Ministro degli Affari Regionali
Classe 1956, bergamasco, laureato in medicina e specializzato in chirurgia maxillo-facciale, Calderoli inizia a occuparsi di politica nella seconda metà degli anni Ottanta con la Lega Lombarda, di cui è stato segretario nazionale. Deputato dal 1992 al 2000, nel 2001 è eletto al Senato di cui diventa vicepresidente. Dal 2004 al 2006 è ministro per le Riforme istituzionali ed è tra gli artefici di una riforma costituzionale, finalizzata ad attribuire maggiori poteri alle Regioni, a superare il bicameralismo perfetto e a ridurre il numero dei parlamentari. Tale riforma, nota come ‘devolution‘, è bocciata con referendum costituzionale nel 2006.
Calderoli è stato uno dei firmatari del disegno di legge di riforma elettorale, poi approvato il 21 dicembre 2005 in un clima politico rovente. Tale legge è stata successivamente definita “una porcata” dallo stesso Calderoli, durante un programma televisivo. Nel 2006 è stato nuovamente eletto al Senato e nominato vicepresidente. Durante il periodo del governo di Romano Prodi, ha presentato a Palazzo Madama mozioni che vengono votate anche da alcuni membri della maggioranza.
Rieletto al Senato ancora nel 2008, a maggio dello stesso anno è nominato ministro per la Semplificazione normativa, carica che ha ricoperto fino al novembre 2011. A febbraio 2009 Calderoli annuncia di aver soppresso 29mila leggi considerate inutili, il cui mantenimento costava 2mila euro all’anno. A marzo 2010 dà simbolicamente fuoco a 375000 leggi abrogate in 22 mesi di legislatura, raccolte in circa 150 scatole contenenti i soli titoli.
Nella sua lunga carriera politica, Roberto Calderoli viene spesso ricordato per leggi non andate proprio a buon fine, polemiche e frasi choc. Al 2013 risalgono le dichiarazioni contro Kyenge. A luglio Calderoli afferma: “Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango”. L’episodio scatena reazioni di condanna da parte di esponenti di ogni area del mondo politico italiano, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del presidente del Consiglio Enrico Letta, dei presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso. Il 14 gennaio 2019 è condannato in primo grado di giudizio a 18 mesi, con pena sospesa per diffamazione con l’aggravante dell’odio razziale.
Il suo sogno di sedersi sullo scranno più alto di Palazzo Madama si è infranto davanti alle medesime e confliggenti ambizioni di Ignazio La Russa. Per questo motivo la Lega ha chiesto il ministero per gli Affari regionali.