Matthew Perry oggi ha cinquantatre anni e sta per pubblicare negli Stati Uniti la sua prima autobiografia, Friends, lovers and the big terrible thing: a memoir. Il coronamento di una carriera di grande successo, che però ha toccato anche dei punti bassi. È lo stesso attore, iconico volto di Friends, a raccontarlo, parlando del suo nuovo libro a People e confessando di essersela vista brutta a causa della sua dipendenza da alcol e droghe.
Matthew Perry oggi: il racconto di una grande carriera costellata da momenti difficili
Intervistato da People in occasione della prossima uscita della sua prima autobiografia il 1 novembre, Matthew Perry si è raccontato a cuore aperto, svelando particolari inediti e retroscena sulla sua vita pubblica e privata e tornando, in particolare, sulla sua personale battaglia contro la dipendenza, analizzando la genesi delle sue problematiche. Tutto sarebbe iniziato in concomitanza con l’ascesa della sua carriera: l’attore ha soli ventiquattro anni quando viene scritturato per vestire i panni di Chandler Bing nella popolarissima sitcom americana, Friends, andata in onda dal 1994 al 2004. Ed è nello stesso periodo che iniziano i suoi problemi con l’alcol.
“All’inizio potevo gestirlo, più o meno – ha rivelato l’attore – ma all’età di 34 anni ero davvero nei guai. Ci sono stati anni in cui sono stato sobrio, però: la stagione 9 è stato l’anno in cui lo sono stato per tutto il tempo, e indovinate quando sono stato nominato come miglior attore? Mi sono detto: questo dovrebbe farmi capire qualcosa”. “Non sapevo come fermarmi – ha proseguito Perry, che in uno dei suoi momenti peggiori era arrivato ad assumere ingenti quantità di antidolorifici, perdendo notevolemente peso -. Non riuscivo a fermarmi perché la malattia e la dipendenza sono progressive, peggiorano sempre di più man mano che invecchi”.
Dopo svariati tentativi di riabilitazione e ben 14 interventi chirurgici allo stomaco, l’attore si è ritrovato a un passo dalla morte quando, nel 2018, il suo colon è collassato a causa dell’eccessivo abuso di oppioidi. “I medici hanno detto alla mia famiglia che avevo il 2% di possibilità di sopravvivere” rivela ora nel suo libro, raccontando di come abbia passato due mesi in coma e cinque in ospedale per riprendersi, con annessa sacca per colostomia. “Mi hanno attaccato a una macchina chiamata ECMO, che svolge tutta la respirazione per il tuo cuore e i tuoi polmoni. E questo si chiama ‘Ave Maria’. Nessuno sopravvive. Quella sera c’erano altre cinque persone attaccate a quella macchina come me, solo io sono sopravvissuto. Quindi la grande domanda è: perché? Perché io?”.
Momenti complicati, quindi, quelli vissuti dall’attore nel corso di una carriera di grande successo, iniziata al fianco dei colleghi Jennifer Aniston, Courtney Cox, Lisa Kudrow, Matt LeBlanc e David Schwimmer, che sono sempre stati al suo fianco. “Sono sempre stati comprensivi e pazienti nei miei confronti. È come per i pinguini: in natura, se uno di loro è malato o molto ferito, gli altri lo circondano e lo proteggono. Gli girano intorno finché quel pinguino non riesce a camminare da solo, ed è un po’ quello che hanno fatto con me”. Matthew Perry oggi è pulito e ha deciso di raccontare tutta la verità sulla sua vita nell’autobiografia, pubblicata ora perché, come ha rivelato, ha voluto aspettare di uscire completamente dalla dipendenza prima di condividere la sua esperienza con il pubblico. “La mia speranza è che le persone si possano immedesimare nel libro e sappiano che questa malattia attacca tutti. Non importa se hai successo o meno, la malattia se ne frega”, ha concluso.