I Mondiali in Qatar sono destinati ad essere ancora una volta bersagliati da polemiche, l’ultima in ordine cronologico sarebbe legata alla partecipazione della Nazionale dell’Iran, della quale si chiede l’esclusione immediata in seguito alle ultime vicende. Innanzi tutto, spetterà alla FIFA pronunciarsi in merito. I disordini nati in Iran dopo la morte di Mahsa Amini – uccisa in carcere perché colpevole di non aver indossato correttamente il velo – hanno fatto sì che un gruppo di attivisti formato da sportivi iraniani inviasse alla FIFA una lettera per chiedere l’esclusione della Nazionale iraniana da Qatar 2022. Altre nazionali, a causa della violazione degli statuti FIFA, erano state escluse in passato (Kuwait, India e anche lo stesso Iran) e gli attivisti chiedono dunque di procedere ugualmente con la sospensione.
Iranian journalist and women’s rights activist @AlinejadMasih says in collaboration with a Spanish law firm, “a formal request has been sent to @FIFAcom to suspend Iran’s Football Federation with immediate effect, and therefore effectively ban them from the 2022 World Cup.” pic.twitter.com/mSuBJoD88d
— Iran International English (@IranIntl_En) October 19, 2022
Esclusione dell’Iran ai Mondiali? La lettera degli attivisti
I disordini politici in Iran hanno richiamato l’attenzione del mondo intero. La violazione dei diritti umani, soprattutto quelli delle donne, è il punto cardine attorno al quale ruota la richiesta di esclusione dell’Iran dai Mondiali 2022. Le donne non hanno neppure il diritto di entrare negli stadi per assistere alle partite di calcio, e inoltre sono vittime di altre violazioni che la FIFA condanna nel proprio regolamento. Per questo la petizione nata da un gruppo di attivisti iraniani – calciatori e altri sportivi rimasti anonimi – è arrivata direttamente ai vertici dell’organizzazione sperando di ottenere ciò che viene chiesto. Il gruppo si è affidato allo studio legale spagnolo Ruiz-Huerta & Crespo per avanzare la proposta di escludere la Federazione iraniana dal torneo più prestigioso che inizierà il 20 novembre.
Nella lettera inviata alla FIFA e pubblicata dalla giornalista Masih Alinejad, si può leggere il contenuto della richiesta formale avanzata alla Federazione Internazionale. “La brutalità e la belligeranza dell’Iran nei confronti del proprio popolo hanno raggiunto un punto critico, necessitano una dissociazione inequivocabile e ferma dal mondo del calcio e dello sport. L‘astinenza storica della FIFA dai gineprai politici è stata spesso tollerata solo quando quelle situazioni non si sono trasformate in metastasi nella sfera calcistica. La situazione delle donne in Iran è profondamente sgradevole nel più ampio quadro politico e socioeconomico. Tragicamente, gli stessi mali e torti si perpetuano all’interno della sfera del calcio, il che significa effettivamente che il calcio, che dovrebbe essere un luogo sicuro per tutti, non è uno spazio sicuro per le donne e nemmeno per gli uomini. Alle donne è stato costantemente negato l’accesso agli stadi in tutto il paese e sistematicamente escluse dall’ecosistema del calcio in Iran, il che è in netto contrasto con i valori e gli statuti della FIFA“.
Chiamata in causa la FIFA: “È tempo di agire”
La lunga lettera continua entrando nello specifico, presentando il reale problema. “Se le donne non sono ammesse negli stadi in tutto il paese, e la Federcalcio iraniana sta semplicemente seguendo e applicando le linee guida del governo; non possono essere visti come un’organizzazione INDIPENDENTE e libera da qualsiasi forma o tipo di influenza. Si tratta di una violazione (articolo 19) degli statuti della FIFA. Questa disposizione è stata in passato la premessa per la sospensione di associazioni calcistiche come la Kuwait FA, la FA indiana e persino la Federazione iraniana in passato. La situazione in Iran non è diversa dal governo di un paese che richiede alla Federcalcio di imporre il divieto allo stadio di persone di una certa razza o etnia. Non è diverso da un governo che richiede che un’associazione membro modifichi la regola del fuorigioco in tutti i campionati del paese. In questi altri casi, è probabile che la FIFA si muoverebbe rapidamente per sospendere tali associazioni affiliate, soprattutto nella seconda ipotetica situazione riguardante le “Regole del gioco”. La Federcalcio iraniana non ha chiaramente l’autonomia per applicare gli Statuti FIFA per lettera, i suoi regolamenti e, soprattutto, i suoi valori cari“.
Nella chiusura, gli attivisti formulano la richiesta diretta alla FIFA, chiedendo l’immediato intervento. “Se, tuttavia, la FIFA ritiene che la Federcalcio iraniana non sia sotto l’influenza del suo governo e agisca esclusivamente come un’organizzazione indipendente, vietare a tutte le donne di entrare negli stadi e partecipare ai Mondiali viola gli articoli 3 e 4 dello Statuto FIFA . (La FIFA rispetterà e proteggerà i diritti umani riconosciuti a livello internazionale). Con l’articolo 16 degli stessi statuti, il Consiglio FIFA è legalmente autorizzato a prendere drastiche misure immediate contro di loro. Il Consiglio FIFA può e deve sospendere immediatamente l’Iran. La FIFA deve scegliere da che parte stare. La neutralità della FIFA non è un’opzione, dato che la FA iraniana non è stata neutrale ma è stata mobilitata per radicare l’oppressione e l’esclusione sistematica delle donne nell’ecosistema sportivo. Oltre alle donne, il governo iraniano ha anche soffocato le voci di diversi atleti nel Paese e impedito ai loro diritti di parlare di fronte al male in mostra. Giocatori della nazionale come Hossein Mahini, Aref Gholami e gli ex giocatori di spicco come Ali Karimi e Ali Daei, sono stati oggetto di prigionia, molestie o minacce da parte del governo. È tempo che la FIFA agisca; Quando è troppo è troppo“.