Il Polpo alla Luciana, un piatto tipicamente popolare che trova radici fin dai tempi antichi. Ricollocatevi per un istante ai primi anni 50 del 900, all’ultima domenica di agosto quando c’era da festeggiare un carnevale estivo: uomini e donne di borghi si travestivano da re, regine e nobili che in un corteo si recavano a Piazza Plebiscito per ricevere l’omaggio dal sovrano per proseguire lungo via S. Lucia e terminare la festa.
Ora, immaginatevi di vivere una giornata bella, solare e spensierata con spettacolari fuochi d’artificio, tuffi in mare, tanta tanta buona musica e balli popolari.
Tenete gli occhi chiusi e pensate a come poteva essere bello anche se per poche ore “fuggire da una quotidianità” fatta crudelmente di miserie e povertà. A quanto pare, poteva essere intrigante vivere da Re e sovvertire il tradizionale ordine sociale solo per un giorno!
Anche i banchetti allestiti con una quantità di cibo straordinaria facevano la loro porca figura: si mangiava presi da un appetito particolare, come se ci fosse una grande festa senza un domani e il cibo era tutto lì.
Il polpo alla Luciana, ricetta facile: “o purp s’adda cocere dint’ all’acqua soia”
Erano le luciane maestre nella preparazione dei polpi appena pescati dai loro uomini con una tecnica antichissima inventata dai romani detta “dell’anfora”. Accadeva questo: di sera venivano allocate sul fondo marino dei contenitori in terracotta, legati tra loro con dei cavi, dentro i quali i polpi trovavano rifugio, questa tecnica ne preservava la morbidezza delle carni.
Una volta pescati, i polpi veraci venivano tagliati in pezzi grossolani dalle luciane, riposti in un’ampia casseruola coperta da un panno umido e fatti cuocere a lungo per farli ammorbidire. Per mantenere la temperatura costante, si utilizzava una casseruola di terracotta; inoltre, secondo la ricetta originale, non bisognava aggiungere acqua né aprire il coperchio fino alla fine della cottura.
Da qui deriva il detto partenopeo “o purp s’adda cocere dint’ all’ acqua soja” (il polipo deve cuocere a lungo nella sua acqua). La cottura prolungata li rendeva estremamente teneri e saporiti. Per far sì che la zuppa fosse ancora più gustosa venivano poi aggiunti dei pomodori e pochi, ma profumati, aromi.
Il polpo alla Luciana, ricetta facile: la vera ricetta napoletana
Come tradizione vuole, bisogna procurarsi un tegame in terracotta. La cottura avviene lentamente e omogenea soprattutto con una temperatura costante.
Il polpo viene cotto con i pomodori fino a formare una salsa. Rigorosamente deve essere presente il pane, tagliato in fette, e come si preferisce fresco o abbrustolito per la scarpetta finale.
Può essere servito come antipasto accompagnato con i crostini di pane, sia come secondo piatto oppure per condire la pasta. A seconda del proprio gusto se gradite un sugo piccante, aggiungete del peperoncino. Ma non troppo, il giusto per renderlo sfizioso.
La prima cosa da fare è pulire il polpo, (ah dimenticavo per la riuscita della ricetta il polpo deve essere necessariamente fresco) che deve essere privato degli occhi, e poi bisogna svuotare la sacca e lavarlo accuratamente sotto l’acqua corrente.
Gli ingredienti (per 2 persone)
- 2 polpi medi
- 400 g di pelati
- 1 spicchio d’aglio
- Prezzemolo q.b.
- Olio extravergine di oliva q.b.
- Peperoncino rosso fresco q.b. (facoltativo)
PREPARAZIONE (50 minuti circa)
Per iniziare, versare nel tegame di terracotta il polpo, i pelati ben sgocciolati, e il soffritto composto da l’aglio, un pò di prezzemolo tritato e un pò di peperoncino rosso. Il tutto con u bel giro d’olio
A questo punto bisogna coprire con un coperchio e lasciar cuocere a fuoco basso per 40/45 minuti circa. Verrà rilasciato sicuramente un liquido che con questo tempo di cottura dovrà restringersi, infatti il sugo dovrà risultare denso, scuro e lucido.
Se a fine cottura vi fosse ancora troppo liquido, togliere i polpi dalla pentola e far restringere il sugo tenendo sempre la pentola coperta. Rimettere, quindi i polpi nella pentola e farli riscaldare per 4 o 5 minuti. Solo a questo punto aggiungere il prezzemolo finemente tritato.