“Ci sono 13 indagati per l’incendio scoppiato lo scorso 25 maggio nell’isola di Stromboli mentre si stava girando una fiction sulla protezione civile“, così la procura di Barcellona di Pozzo di Gotto ha fatto sapere l’evolversi dell’inchiesta che aveva aperto il giorno dopo il disastro capitato all’isola vulcanica.
All’incendio seguì un violento nubifragio che il 12 agosto mise in ginocchio l’isola. La procura di Barcellona Pozzo di Gotto che sulla vicenda aveva aperto un’inchiesta ha inviato un avviso di accertamenti irripetibili a 11 persone e due società, tra cui la produzione della fiction. C’è il reato di disastro ambientale tra quelli ipotizzati dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Il reato contemplato rientra nell’articolo 452 quater.
Incendio Stromboli. I fatti
Domato l’incendio che aveva devastato gran parte dell’isola, interessando una vasta area boschiva sull’isola di Stromboli, in provincia di Messina. Dopo il lavoro per tutta la giornata dei vigili del fuoco con due Canadair e un elicottero, e con squadre a terra che hanno lavorato tutta la notte con rinforzi di personale e mezzi da Lipari e Milazzo, risolutivo fu l’intervento ripreso di due Canadair.
L‘origine delle fiamme è ancora tutta da chiarire, anche se i sospetti furono subito parecchi. In quei giorni era presente sull’isola una troupe che stava girando una fiction sulla Protezione civile interpretata da Ambra Angiolini.
Secondo alcuni abitanti dell’isola che hanno fatto dei post sui social diffusisi rapidamente, le fiamme sarebbe partite durante le riprese, forse proprio dopo la simulazione di una situazione di rischio incendi.
La gente di Stromboli è ancora furiosa
“Il personale inviato per la relativa assistenza non era sul luogo delle riprese in quanto non era ancora stato dato il nulla osta all’inizio delle attività” disse il Dipartimento dei vigili del fuoco “ogni operazione eventualmente eseguita, sulla quale sono in corso ancora accertamenti, non era autorizzata in assenza della squadra dei vigili del fuoco“.
“È un miracolo che non ci siano state vittime e feriti visto le dimensioni e la portata dell’incendio” disse in quei giorni pieni di confusione sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, “Tutto alla fine fu messo in sicurezza del territorio – raccontò – ma chiedemmo la dichiarazione dello stato di calamità. L’amministrazione comunale percorrerà tutte le strade possibili per chiarire eventuali responsabilità non è una cosa che si può tollerare quello che è accaduto”.
“Tutto è stato superato grazie a protezione civile, vigili del fuoco, forestale, forze dell’ordine, volontari, ma la differenza l’hanno fatta gli Strombolani, non c’è stato cittadino – conclude – che non si sia messo a disposizione per dare una mano ed offrire un contributo che è stato determinante altrimenti non si sarebbe salvata neanche una casa“