È il Partito Democratico a completare la giornata di consultazioni. Enrico Letta dopo aver interloquito, assieme alla sua delegazione, con il Presidente della Repubblica, ha rilasciato una serie di dichirazioni al consueto punto stampa. Il suo commento iniziale:

Abbiamo espresso al Presidente grande preoccupazione per il momento che stiamo vivendo in particolare per la fatica che famiglie ed imprese stanno vivendo. Ci aspettiamo risposte importanti dal Consiglio Europeo, ma la nostra volontà di opposizione sarà spingere il governo che verrà a prendere iniziative nazionali importanti se non dovessero arrivare dal Consiglio Europeo. Bisogna abbassare le bollette e fare in modo che famiglie ed imprese possano respirare. È necessario perché, nel nostro paese, crescono sempre di più le disuguaglianze. Servono risposte efficaci.

Sul ruolo del suo partito ha confermato la linea dell’opposizione vigorosa:

Abbiamo confermato che saremo, convintamente, all’opposizione. E ci staremo con fermezza e rigore. Il centrodestra ha la maggioranza ed ha tutto il diritto di governare. Staremo attenti soprattutto su lavoro, diritti ed ambiente. Su questi temi saremo vigili e non accetteremo arretramenti. Così come sulla sanità, la scuola e la giustizia. Sono questioni su cui non vogliamo ascoltare ambiguità.

Un’opposizione che, per ora, si farà da soli. Ma Letta non esclude la possibilità di un allargamento del campo. Lo ha detto con queste parole:

Sono fermamente convinto del fatto che, in questa legislatura, ci sia necessità di un percorso che vada verso una convergenza. Se vogliamo mettere in difficoltà il centrodestra serve unità. Per questo motivo abbiamo fatto dei tentativi di convergenza come la nomina, alla Vicepresidenza, di Cecilia Guerra. Vogliamo continuare così. Delle opposizioni siamo gli unici ad aver fatto autocritica: prendiamo atto che gli elettori non ci hanno dato la maggioranza e riteniamo opportuno, attraverso il congresso, metterci in discussione.

Consultazioni, le parole di Letta

Letta, poi, è passato al fatto più succoso delle ultime ore: gli audio di Berlusconi. Nel farlo ha auspicato, come tra l’altro i suoi colleghi di opposizione, che il prossimo governo tenga ben saldo il posizionamento italiano nello scenario internazionale. Le sue parole:

Il punto essenziale è essere chiari sul fatto che il governo dia continuità all’alleanza europea ed atlantica. Sono questi, i punti centrali. Chiediamo che il prossimo governo non abbia ambiguità sulla condanna alle azioni del presidente Putin e che sostenga la causa ucraina. Dobbiamo lavorare alla pace, il governo prossimo dovrà essere chiaro su questo. Nei giorni scorsi sono cresciute le ambiguità e si è resa, ancor più marchiata, la diversità interna alla maggioranza. Le parole di Berlusconi e Fontana sono parole che hanno fatto suonare un campanello d’allarme molto forte. Il prossimo governo se non sarà europeista non durerà molto. L’Italia deve essere affidabile, e per farlo deve restare nel suo campo. Le parole di Berlusconi sono un vulnus, così come l’applauso fragoroso che si sente in sottofondo. Riallacciare i rapporti con Putin sarebbe grave.

Il centrodestra non ha mai fatto mistero dell’intenzione di avviare una profonda riforma costituzionale. Enrico Letta, su questo, si è detto aperto a metà:

Sì a discutere per migliorare la carta costituzionale, ma non accetteremo alcuno stravolgimento. Abbiamo chiesto al Presidente Sergio Mattarela di continuare a farsi garante della nostra Costituzione.