Uniti, andranno uniti. Essere coesi però è un altro discorso. Il centrodestra domani mattina si presenterà in delegazione unica al Quirinale per le consultazioni, con tutti e tre i leader schierati. Scelta quasi scontata in altri tempi, meno dopo giorni di scontri e fibrillazioni soprattutto tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Prima il bigliettino del presidente di Forza Italia pieno di aggettivi non lusinghieri a cui la futura premier ha replicato dicendo di non essere ricattabile, poi lo scontro sul ministero della Giustizia e, dulcis in fundo, l’audiogate con le dichiarazioni filorusse del Cavaliere, hanno contribuito a fare scendere il gelo tra i due alleati. Tant’è che alla vigilia non ci sono notizie di contatti tra i due.

Per il secondo giorno consecutivo, la leader di Fratelli d’Italia sceglie di tenersi lontana dagli uffici della Camera e dai riflettori per concentrarsi sul suo obiettivo: presentarsi già domani sera, subito dopo aver ricevuto l’incarico da Sergio Mattarella, con la lista dei ministri. Insomma, non ci sarebbero nemmeno quelle consultazioni che i suoi predecessori hanno svolto prima di accettare l’incarico. Non si tratta soltanto di fare presto per dimostrare, come ha sempre detto, che sono “pronti – come scrive sui social – a dare all’Italia un governo che affronti con consapevolezza e competenza le urgenze e le sfide del nostro tempo”.

Ma anche di chiudere in fretta la trattativa con gli alleati che negli ultimi giorni ha continuato a riaprirsi anche quando sembrava cosa fatta. D’altra parte, il messaggio fatto recapitare dai suoi a Lega e Forza Italia è che l’ultima parola, su eventuali caselle contese, non potrà che essere la sua. Prendere o lasciare. La futura premier potrebbe addirittura accettare l’incarico senza riserva: il timing – viene spiegato – è in queste ore oggetto di una delle tante interlocuzioni in corso con gli uffici del Quirinale. Se il timing si dovesse svolgere così come è nei desiderata della futura premier, il giuramento potrebbe arrivare già sabato. Questo vorrebbe dire che Meloni potrebbe incontrare a inizio settimana il presidente francese Manuel Macron da presidente in carica. La fiducia delle Camere dovrebbe invece arrivare tra martedì e mercoledì.