Per la prima volta in tv “Il mistero Moby Prince”, il docu-film di Salvatore Gulisano che ricostruisce le dinamiche del tragico incidente avvenuto il 10 aprile 1991 e nel quale morirono 140 persone. Andrà in onda stasera, su Rai 2, dalle 21.20 ed è prodotto da Simona Ercolani e Stand by Me per Rai Documentari, con la partecipazione di Salvo Sottile.

Il racconto della strage

È la sera del 10 aprile 1991 quando, uscendo dal porto di Livorno, il traghetto Moby Prince, acquistato qualche anno prima dalla compagnia Navarma e diretto a Olbia, sperona la petroliera Agip Abruzzo, ferma all’ancora, e prende fuoco. Il bilancio dell’incidente è tragico: delle 141 persone a bordo – 65 membri dell’equipaggio e 76 passeggeri – si conta un unico superstite, il 23enne napoletano Alessio Bertrand. 140 persone perdono la vita. Secondo le ricostruzioni ufficiali della Capitaneria di porto, del governo e degli organi giudiziari, la causa dello scontro sarebbe dovuta alla nebbia “fittissima” e all’incuria del comandante Ugo Chessa.

Ma i familiari delle vittime, tra cui i figli del comandante, rimasti orfani dopo l’incidente (a bordo c’era anche la madre), non hanno mai creduto alla verità ufficiale, chiedendo che giustizia fosse fatta. “Sentimmo il boato, uscimmo fuori, andavamo avanti e indietro senza sapere dove andare” – ha raccontato di recente l’unico sopravvissutto alla strage, all’epoca imbarcatosi con lo zio come mozzo. Oggi l’uomo vive con la sua famiglia ad Ercolano, in una casa che ha comprato con i soldi del risarcimento e che mantiene con la pensione d’invalidità: soffre ancora di ansia e depressione e dal giorno dell’incidente non è più salito su una nave. “Pure gli altri ce la dovevano fare, perché solo io? Non mi do pace”.

Moby Prince in tv: il docu-film in onda stasera su Rai 2

Ora il docu-film di Salvatore Gulisano tenta di ricostruire le dinamiche reali dell’incidente. Elemento centrale del racconto sono le testimonianze di esponenti delle istituzioni, avvocati, giornalisti ed esperti del caso e dei familiari delle vittime; importante è soprattutto quella di Angelo Chessa, figlio del comandante del traghetto, che si è sempre battuto affinché il mistero del sinistro fosse risolto e che è scomparso poco dopo l’intervista rilasciata per il docu-film, che consiste quindi nella sua ultima testimonianza sulla vicenda.

Dopo anni di lotte per la ricerca della verità, le associazioni create dai familiari delle vittime sono riuscite a far riaprire l’inchiesta – due volte archiviata – sulla strage. Le nuove indagini hanno dimostrato che la notte dell’incidente non ci sarebbe stata nebbia, come era stato invece dichiarato all’inizio e, soprattutto, che non sarebbe stato il comandante a sbagliare. Inoltre, i soccorsi, differentemente da quanto era emerso in un primo momento, avrebbero deliberatamente deciso di intervenire per salvare prima gli uomini presenti sulla petroliera dell’Agip Abruzzo, arrivando sul Moby Prince solo mezz’ora dopo l’accaduto, quando ormai i passeggeri erano morti.

Ad arricchire la produzione di Rai Documentari, oltre alle testimonianze dei familiari, anche quelle di Luca Salvetti, sindaco di Livorno, all’epoca giornalista di Granducato Tv, che fu tra i primi ad arrivare in porto la notte del disastro; Gregorio De Falco, ex capo della sezione operativa della Capitaneria del porto di Livorno al tempo del naufragio della Costa Concordia, ascoltato come primo esperto dalla Prima Commissione d’Inchiesta istituita al Senato e Enrico Fedrighini, giornalista e autore del libro “Moby Prince: un caso ancora aperto”, uscito nel 2005.