Nonostante l’uscita pubblica di fronte al partito laburista nel tradizionale “Question Time“, i veri problemi per Liz Truss arrivano dal partito conservatore dei Tory di cui è espressione. Così, dopo il licenziamento di Kwasi Kwarteng, anche il ministro dell’Interno Suella Braverman lascia l’attuale primo ministro, ma questa volta tramite dimissioni: il suo mandato, durato 43 giorni, è il più breve nella storia del Regno Unito.
Attorno all’ex ministro degli Esteri aleggia un clima di totale pessimismo in cui i tabloid sguazzano in attesa che la nave coli a picco.
UK, secondo ministro ko per Truss nella tempesta senza fine
Liz Truss perde un altro pezzo, si tratta del ministro degli Interni Suella Braverman, la quale ha pubblicato una lettera di dimissioni giudicata “crudele” dal Guardian. Dalle scarpe esce più di un sassolino, la convinzione che il governo attuale non durerà a molto poiché nasconde gli sbagli commessi, e ciò “non è serio”.
Braverman riconosce i suoi errori, a cominciare dall’invio di un documento estremamente riservato tramite il suo account di posta personale, ma si dice “preoccupata per la direzione imboccata dal governo”. Al suo posto toccherà a Grant Shipps, ex ministro dei Trasporti e sostenitore del rivale di Truss (Rishi Sunak) nella corsa a Downing Street: per lui subito in programma l’interrogazione parlamentare di fronte all’opposizione laburista.
Le ultime indiscrezioni parlano di almeno 10 membri dei Tory pronti a chiedere uno “step down” a Truss, con i nomi dei falchi che sono stati pubblicati in bella mostra. La frangia degli ottimisti rimane guidata da Simon Hoare, che nei giorni scorsi aveva parlato di “ore” per invertire la rotta e non schiantarsi sugli scogli. All’interno dei conservatori c’è rabbia e frustrazione per come il lavoro di anni è stato buttato al vento, prima da Boris Johnson e poi da Liz Truss.
A livello ministeriale non sembrano esserci rischi imminenti. Il ministro del Commercio Kemi Badenoch ha smentito l’ipotesi di personali dimissioni, il ministro dei Trasporti Anne-Marie Trevelyan fa quadrato intorno alla figura del primo ministro.
The Economist: “Benvenuti in Britaly”
Nel frattempo, la crisi profonda in Gran Bretagna trova un forte parallelismo con l’Italia, almeno secondo il quotidiano The Economist. Quest’ultimo ha infatti aperto la giornata con un fotomontaggio che ritraeva Liz Truss nelle vesti da gladiatore con tanto di forchetta e spaghetti arrotolati. Nel pezzo a supporto si leggeva:
In primo luogo, e ovviamente, l’instabilità politica che prima contraddistingueva l’Italia ha completamente contagiato il Regno Unito. Dal 2015, la Gran Bretagna ha avuto quattro primi ministri (David Cameron, Theresa May, Boris Johnson e la signora Truss), come l’Italia. È probabile che i due Paesi procedano di pari passo nel prossimo futuro. Giorgia Meloni dovrebbe prestare giuramento come nuovo primo ministro a Roma, il futuro della signora Truss non potrebbe essere più precario.
Per poi rincarare la dose:
In secondo luogo, proprio come l’Italia è diventata il giocattolo dei mercati obbligazionari durante la crisi dell’eurozona, ora sono loro a comandare visibilmente in Gran Bretagna. Proprio come gli italiani si preoccupano dello spread tra i titoli di Stato di riferimento e i Bund, così i britannici hanno avuto un corso accelerato su come i rendimenti dei titoli di Stato influenzino tutto, dal costo del mutuo alla sicurezza delle loro pensioni.