È stata inaugurata oggi, nella cornice d’eccezione di Villa Bardini, a Firenze, la retrospettiva di Elliott Erwitt. Si intitola “Photographs” e propone, attraverso 70 scatti, uno spaccato della storia e del costume del Novecento. Il fotografo statunitense, che ha spento quest’anno 94 candeline, torna così nella città di Dante dopo quasi venti anni.
Il fotografo che ha immortalato un’epoca
Elliott Erwitt nasce a Parigi nel 1928 da una famiglia di emigrati russi. Fin da piccolo viaggia molto: passa i suoi primi anni in Italia, a Milano, per poi trasferirsi in Francia con la famiglia e da qui, nel 1939, negli Stati Uniti, a Los Angeles. Durante i suoi studi alla Hollywood High School, inizia a lavorare in uno studio di fotografia, dove si occupa principalmente di sviluppare stampe “firmate” per i fan delle star di Hollywood: è solo l’inizio del suo percorso nel campo. La grande opportunità gli viene offerta dall’incontro, durante le sue incursioni newyorchesi a caccia di lavoro, con personalità del calibro di Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, che notano fin da subito il suo talento, diventando i suoi mentori. Sono gli anni che segnano l’inizio della sua carriera da fotografo professionista. Nel 1953 entra nella Magnum Photos come membro, fino a diventarne presidente nel 1968 per tre mandati. Ha immortalato, con il suo obiettivo, le grandi star del cinema e i potenti del mondo, mostrando a tutti le loro fragilità di esseri umani, al di là delle maschere dei personaggi, diventando uno dei fotografi più grandi di tutti i tempi.
Elliott Erwitt a Firenze: tutto sulla mostra “Photographs”
Il fotografo statunitense torna ora, dopo quasi venti anni, a Firenze, con una retrospettiva di circa 70 scatti che documentano uno spaccato della storia e del costume del Novecento. Il percorso espositivo, promosso da Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e a cura di Biba Giacchetti, in collaborazione con Sudest57, si snoda nella cornice d’eccezione di Villa Bardini, con vista sulla città dantesca, e propone alcune delle immagini che hanno reso famoso il fotografo in tutto il mondo. Ci sono i ritratti di Che Guevara che sorride, ma anche quelli di Kerouac e di Marlene Dietrich; fotografie che hanno fatto la storia, come quelle di Jackie Kennedy al funerale del marito brutalmente assassinato, o quella che ritrae il diverbio tra Nixon e Kruscev, con quest’ultimo che punta il dito contro il primo con fare minaccioso.
Ma ci sono anche i celebri scatti di Marilyn Monroe, diva più volte ritratta dal fotografo, che la restituisce in una veste insolita, pensosa e priva di pose, oppure nei panni del suo personaggio all’interno del set di The Misfits, che segnò la fine di un’epoca: il capolinea del suo matrimonio con lo sceneggiatore del film, Arthur Miller e l’ultima apparizione di Clark Gable in una pellicola, visto che l’attore sarebbe morto poco dopo le riprese. Un mondo che in parte non c’è più e che pure, negli scatti, appare al visitatore in tutta la sua concretezza. Così come accade per le foto degli amati cani di Erwitt, protagonisti indiscussi delle sue opere, spesso realizzate proprio dal punto di vista degli animali, come dimostra l’inquadratura. “È il concentrato della sua genialità ed ironia, del suo sguardo sul mondo – ha dichiarato la curatrice, sua collaboratrice da 25 anni, parlando della mostra. Un compendio unico di umanità, leggerezza e profondità”.
La mostra sarà visitabile fino al 22 gennaio 2023 negli orari di apertura di Villa Bardini: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. Ultimo ingresso alle 18.