La mostra dedicata al geniale artista olandese Escher si terrà a Firenze dal 20 ottobre al 26 marzo 2023.
Le circa 200 opere, divise in otto sezioni, saranno visibili al Museo degli Innocenti della città toscana, in ordine evolutivo e non cronologico.
Il percorso dell’esposizione, ricco di pannelli esplicativi in merito alle tecniche e alle illusioni ottiche di cui fa uso l’artista, ben si adatta anche ai bambini.
Inoltre, tra un capolavoro e l’altro, emergono degli interessanti escamotage con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione dei visitatori. Tra questi, stanze a specchio e particolari postazioni selfie, saranno tra le trovate più apprezzate anche dai più giovani.
All’interno delle diverse sale, sarà possibile osservare alcune delle opere più famose dell’artista olandese, tra i quali anche vinili, libri di testo e monitor in cui vengono riprodotti spezzoni di film.
Tra i lavori più rappresentativi di Escher saranno visibili la “Mano con sfera riflettente” risalente al 1935, “Vincolo d’unione” del 1956, “Metamorfosi II” del 1939, “Giorno e notte” del 1938 e la serie degli Emblemata.
L’arte di Escher in mostra a Firenze
La mostra di Escher a Firenze ci spiega come la realtà non sia sempre quella che riusciamo a percepire.
Iole Siena, presidente e amministratrice delegata di Arthemisia, che ha organizzato la mostra, ha spiegato in conferenza stampa:
“Questa mostra ha la forza di attirare visitatori che non spesso visitano i musei, in Escher si mescolano matematica, fisica, regole geometriche e filosofia“.
La passione dell’artista per il mondo della scienza gli ha permesso di conquistare l’ammirazione degli scienziati, di cui ne ha fatto una vera e propria fonte di ispirazione.
Proprio dall’incontro con il premio Nobel Roger Penrose sono nate le opere basate sul Triangolo di Penrose, “Cascata” 1961 e “Salire e scendere” 1960.
Negli ultimi decenni, la fama conquistata tra il grande pubblico è derivata anche dal fatto che le opere sono state spesso usate in pubblicità, in copertine di cd di grandi artisti, in manifesti di concerti, in manuali scolastici e vi sono stati numerosi richiami alla sua arte anche in film, serie tv e opere di altri artisti.
Numerosi pittori contemporanei e artisti digitali sono stati ispirati dalla sua arte e proprio a loro è stata dedicata l’ottava sezione dell’esposizione, intitolata “Eschermania”.
Come ha spiegato Federico Giudiceandrea, curatore della mostra, ma anche grande esperto e collezionista di Escher è proprio per queste caratteristiche che “la sua arte colpisce tutti. Lui come pochi altri ha saputo leggere e rappresentare il 20esimo secolo e le sue teorie scientifiche. Ad esempio lo spazio curvo, lo percepiamo sappiamo che è stato dimostrato, ma non lo conosciamo. Lui è riuscito a renderlo arte. Le sue opere paradossali vanno oltre all’apparenza, bisogna osservarle e andare oltre al primo sguardo per poterne capire il significato”.
Le novità dell’esposizione dedicata al grande artista
L’unicità della mostra in omaggio a Escher è rappresentata, innanzitutto, dall’esposizione di opere che non erano mai state mostrate prima e che parlano anche della Toscana.
Come ha aggiunto Iola Siena:
“È forse la più ricca mai presentata ad oggi. Qui ci sono opere che parlano della Toscana mai esposte prima, come anche il racconto del viaggio in questa regione con tanto di documentazione con foto e pagine del suo diario”.
Inoltre, la mostra è stata concepita anche con un’attenzione particolare verso i bambini.
Oltre alle sezioni didattiche poste lungo il percorso, sono disponibili delle audioguide gratuite per i più piccoli e da laboratori per ragazzi.
Infine, la mostra celebra un anniversario particolare per la Toscana, ecco cosa ha spiegato in proposito Federico Giudiceandrea:
“La mostra si inaugura esattamente 100 anni dopo la prima visita di Escher in Toscana. Lui arrivò nel 1922, dopo il diploma in arti grafiche (e dopo una prima visita in Italia insieme ai genitori nel 1921), e rimase incantato dal paesaggio italiano. Visse qui per 14 anni e la visitò in lungo e in largo collezionando paesaggi. Nel 1935, a causa dell’inasprimento del regime fu costretto a lasciare la Penisola, ma l’Italia gli rimase nel cuore: conservava tutti i paesaggi che aveva realizzato in un armadio. Se si presta attenzione anche nelle sue opere più famose si possono trovare rimandi all’Italia”.