Sarà visitabile fino al 12 febbraio 2023, la mostra di Steve McCurry a Bologna. Si chiama “Animals”, è curata da Biba Giacchetti e raccoglie 60 immagini scattate dal fotografo statunitense nel corso della sua carriera che ritraggono gli animali nelle più diverse sfaccettature, mostrando il loro legame indissolubile, positivo e non, con l’uomo.
Steve McCurry, il fotografo della “ragazza afghana”
Nato nel 1950 a Philadelphia, negli Stati Uniti, Steve McCurry ha iniziato ad interessarsi alla fotografia fin da giovane, lavorando come fotografo freelance per vari giornali prima di avviare la sua carriera da fotoreporter, soprattutto nei luoghi di guerra. Conosciuto in tutto il mondo per scatti come “la ragazza afghana” – l’iconico ritratto della giovane con il viso avvolto da una pashmina rossa a incorniciare occhi verdissimi, apparso sulla rivista National Geographic nel giugno 1985 – McCurry ha saputo dare, attraverso l’obiettivo, un volto alla violenza causata dai conflitti, ma anche a culture e tradizioni in via di estinzione.
“Voglio che il mio lavoro sia una documentazione del mondo in cui viviamo e che ci aiuti a ricordare cosa siamo stati in un deteminato momento del tempo”, ha detto una volta McCurry. Lo ha fatto nel 2001, ad esempio, fotografando i tragici momenti seguiti all’attentato delle torri gemelle a New York, con “World Trade Center”, che immortala lo scheletro della struttura di uno dei due edifici, rendendo tangibile la drammaticità del momento. Lo ha fatto documentando varie fasi dei conflitti in Afghanistan e in Libano, dando un volto, con le sue fotografie, alla fragilità della condizione umana. Ma anche degli animali. Iconica, in tal senso, “Cammelli in Kuwait”, che ritrae dei cammelli di Al Ahmadi avvolti dalle fiamme dei pozzi di petrolio. Da qui ha origine la mostra presentata a Bologna.
Steve McCurry a Bologna: la mostra “Animals” di Palazzo Belloni
È approdato ora a Palazzo Belloni, a Bologna, con un’esposizione dal titolo “Animals” curata da Biba Giacchetti per Next Exhibition, Steve McCurry, in una mostra di 60 scatti che raccontano gli animali nelle più diverse sfaccettature: animali da lavoro, usati come via alla sopravvivenza, animali talvolta sfruttati come unica risorsa a una condizione di miseria e talvolta amati e riconosciuti come compagni di vita per alleviare la tristezza. Un progetto che ha origini lontane, nel 1992, quando McCurry, trovandosi in missione nei territori di guerra nell’area del Golfo, iniziò a documentare il disastroso impatto ambientale nei luoghi del conflitto, interessandosi anche alle sorti degli animali. Da allora li ha fotografati sempre, mostrando il loro legame indissolubile con l’uomo, positivo e non, nella vita quotidiana. “Steve McCurry ci offre un viaggio nella contiguità del pianeta animale; ci parla di sofferenza e dignità, di relazioni e di conseguenze, invitandoci a riflettere che non siamo soli al mondo e che tra gli esseri viventi c’è una profonda condivisione di quel mistero che è la vita”, ha dichiarato la curatrice, mentre Roberto Indiano, fondatore dell’azienda che ha organizzato l’evento, ha così riassunto la mostra nel corso di un’intervista a Forbes:
Steve McCurry è tra i fotografi contemporanei più riconosciuti. La sua fotografia da sempre rivolta al racconto dell’umanità, rappresentata con empatia e maestria nell’uso del colore, in questa esposizione volge il suo sguardo all’universo animale e alla sua contiguità nel rapporto con l’uomo.
La mostra è visitabile fino al 12 febbraio 2023 negli orari di apertura di Palazzo Belloni: dal mercoledì al venerdì dalle 10 alle 18; il sabato dalle 10 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 18.