Nel corso del Consiglio di Sicurezza russo presieduto questo pomeriggio, il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto con cui stabilisce l’applicazione della legge marziale nelle regioni ucraine che la Russia ha annesso tramite referendum a fine settembre: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.

Al tempo stesso, un altro decreto limita i movimenti dei cittadini residenti nelle regioni confinanti o prossime all’Ucraina: Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk, Rostov e ai territori di Crimea e Sebastopoli.

Legge Marziale, in cosa consiste il provvedimento firmato da Putin

Vladimir Putin ha dunque introdotto la legge marziale nei territori ucraini recentemente riconosciuti con i referendum “farsa”. Ma che cos’è la legge marziale?

La sua definizione è regolamentata da fonti giuridiche, poiché le sue applicazioni principali avvengono proprio nell’ambito della giustizia. In breve, la legge marziale corrisponde all’ordinamento giuridico (insieme di leggi e di funzioni) previsto durante un periodo di emergenza quale la guerra.

Il suo nome deriva dal dio romano della guerra Marte, mentre i suoi confini sono molto chiari e stringenti: i diritti dei cittadini sono di fatto messi allo spoglio da questione che riguardano la sicurezza nazionale. Di norma, quando si ricorre alla legge marziale lo si fa per consolidare il controllo di una certa regione, punendo chi cerca di contravvenire alla regole (per esempio a cominciare da chi fugge).

Si continua a combattere

Mykhaylo Podolyak, il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha definito una “pseudo-legalizzazione del saccheggio dei territori ucraini” la legge marziale imposta da Putin, sottolineando che ciò aumenta le motivazione per liberare i territori perduti.

Tuttavia, è soltanto un altro segnale del fatto che la guerra stia vivendo una fase estremamente concitata sul campo di battaglia. Dopo i bombardamenti su Kiev e Donetsk, i russi sono tornati alla carica nella regione di Kharkiv, attaccando anche le ambulanze.

Fonti ucraine denunciano inoltre il bombardamento della centrale termica Burshtynskaya TPP, che allarga all’oblast sud-occidentale di Ivano-Frankivsk il perimetro degli attacchi. Il vasto incendio divampato è stato successivamente domato.