La formazione del nuovo governo non può attendere oltre, per il bene di imprese e famiglie italiane. È il messaggio lanciato dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, intervenuto ai microfoni di Rtl 102.5 a proposito della situazione legata al caro bollette.

Abbiamo chiesto che si possa arrivare velocemente alla formazione di un governo perché abbiamo questa emergenza che si chiama caro bollette che sta colpendo imprese e famiglie. È la famosa stangata e dobbiamo intervenire subito, non abbiamo tempo da perdere. Legittimamente i partiti vogliono realizzare le promesse fatte durante la campagna elettorale, però non abbiamo più il rimbalzo economico degli ultimi due anni. Abbiamo poche risorse, le dobbiamo mettere tutte sul caro bollette. Ci sarà tempo e modo per pensare alla flat tax e ai prepensionamenti. Oggi dobbiamo salvare l’industria italiana, perché senza l’industria non c’è l’Italia.

Caro energia, in tre anni spese più che decuplicate

Una situazione, quella legata al caro energia, ritenuta “piuttosto complicata” dai vertici dell’organizzazione rappresentativa delle imprese. Bonomi ha spiegato come siano “a rischio migliaia di imprese e questo vuol dire centinaia di migliaia di posti di lavoro e quindi il reddito delle famiglie”. Un dato deve far riflettere: nel 2019 l’industria italiana spendeva 8 miliardi per la bolletta energetica, quest’anno ne spenderà 110: “Questo dà la dimensione dell’emergenza che dobbiamo affrontare. Non abbiamo tempo da perdere”. Interessante anche il punto di vista di Bonomi sull’origine delle difficoltà economiche.

Il problema del caro energia viene associato alla guerra russo-ucraina, ma non è così. Il mio primo intervento è del 10 settembre del 2021 perché già vedevamo una speculazione in essere sul mercato olandese e quindi avevamo chiesto di intervenire. Ci siamo fatti trovare impreparati: adesso sui mercati ci sono dei comportamenti che non vanno bene e devono essere censurati.

A questo punto, Confindustria si aspetta dal governo una serie di provvedimenti.

Il tetto al prezzo del gas, la sospensione temporanea del mercato Eds che è quello dei certificati verdi, lo sblocco delle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili, una quota riservata della produzione nazionale di energia rinnovabile a prezzi calmierati per l’industria e soprattutto che l’Europa dia la possibilità di usare i fondi di coesione che ammontano a circa 40 miliardi.