Le trimestrali positive di Goldman Sachs e Lockheed Martin spingono al rialzo Wall Street per la seconda seduta consecutiva. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,12% a 30.523 punti, il Nasdaq lo 0,90% a 10.772 punti, lo S&P 500 l’1,14% a 3.719 punti.

Il titolo della banca d’affari è salito del 2,33% dopo che l’utile trimestrale è sceso meno delle attese. Lockheed Martin è balzato dell’8,69% grazie al fatto che il produttore di armi ha registrato entrate trimestrali più forti del previsto e mantenendo la guidance per il 2022.

C’è poi il ‘caso’ Apple che ha tagliato la produzione dell’iPhone 14 a poche settimane dall’avvio della distribuzione. Dopo un breve stop in Borsa, gli acquisti sono tornati sul titolo che ha chiuso in rialzo dello 0,94%.

Wall Street crisi. L’allarme

L’industria, dicono gli analisti, risente ancora poco della stretta monetaria che sta portando avanti la Fed. Microsoft questa settimana ha licenziato un po’ meno di 1.000 dipendenti, diventando l’ultima azienda tecnologica statunitense a tagliare posti di lavoro e a frenare le assunzioni a causa del rallentamento economico globale.

A questo proposito, cresce oltre le stime la produzione industriale statunitense a settembre. Il dato annuale è salito del 5,3% contro il +3,7% di agosto. Su base mensile, si è registrato un incremento dello 0,4% contro il +0,1% previsto dal mercato e il -0,1% del mese precedente. La sola produzione manifatturiera ha segnato un aumento dello 0,4%, come ad agosto, contro il +0,2% atteso. Il tasso di utilizzo degli impianti è cresciuto all’80,3% dall’80%. 

Un rapporto di Fitch ha evidenziato come gli interventi della Fed abbiano ridotto le previsioni di crescita degli Stati Uniti sia per quest’anno sia per il prossimo con l’economia che sprofonderà in una recessione simile a quella del 1990. Ma i dati economici di oggi sono a indicare che il settore manifatturiero resta saldo nonostante gli sforzi della Fed a raffreddare la crescita economica.

Titoli in picchiata e battuta d’arresto per l’immobiliare

Battuta d’arresto invece per il mercato immobiliare che risente del rialzo dei tassi dei mutui. L’indice Nahb è sceso per il decimo mese consecutivo a 38 a ottobre, la metà del livello raggiunto solo sei mesi fa e al di sotto delle previsioni del mercato che prevedevano un valore pari a 43.

Si tratta della lettura più bassa dall’agosto 2012, con l’eccezione dell’inizio della pandemia nella primavera del 2020, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, delle strozzature nei materiali da costruzione e dei prezzi elevati delle case.

Le condizioni di vendita attuali sono scese di 9 punti a 45, le aspettative di vendita nei prossimi sei mesi sono scese di 11 punti a 35 e il traffico di potenziali acquirenti è sceso di 6 punti a 25. “Gli alti tassi ipotecari, che si avvicinano al 7%, hanno indebolito notevolmente la domanda, in particolare per i potenziali acquirenti di case per la prima volta e per quelli di prima generazione“, ha dichiarato il presidente del Nahb Jerry Konter.

Infine Netflix ha perso l’1,73% in chiusura di contrattazioni ma dopo la trimestrale che ha indicato un aumento di 2,3 milioni di clienti il titolo nell’afterhours vola del 13%