Resta in carcere Alexey Navalny, tra i principali oppositori politici del presidente russo Vladimir Putin. La Seconda Corte di Cassazione della Giurisdizione Generale russa ha respinto l’appello del leader dell’opposizione, condannato a 9 anni per “frode” e “oltraggio alla corte”. Navalny si trova in cella a Melekhovo, in un carcere a regime severo, dal gennaio 2021. Prima dell’arresto si trovava in Germania per curarsi da un avvelenamento, forse per mano proprio dell’intelligence russa: una potente neurotossina aveva messo a rischio la vita del dissidente, prima delle cure tedesche. Poi il ritorno in Russia e l’arresto.

Russia, condanna Navalny: perché si trova in carcere

Per il leader del partito Russia del Futuro l’accusa è di appropriazione indebita del denaro donato a Fondazione Anticorruzione da lui istituita. La difesa ha sempre insistito sull’assoluzione, sottolineando l’assenza di reato nelle azioni di Navalny, ma la condanna era stata confermata in appello a maggio.

Di recente, Navalny è stato mandato in cella di punizione per 14 giorni: secondo le testate russe, sarebbe stato punito per essersi rifiutato di lavare una recinzione del carcere. Il detenuto ha commentato così:

Sono tornato nella cella di punizione. Ho appena trascorso 12 giorni lì, me ne danno di nuovo 14. Il motivo è che mi sono rifiutato di lavare la recinzione. Tutto ciò che ho con me sono una tazza (un pezzo), e un libro (un pezzo). Ma ci sono già abituato. Non capisco le persone che hanno bisogno di altri oggetti per una vita piena.

Si tratta della sesta volta in meno di due mesi in cui Navalny è stato mandato in cella di punizione. Provvedimenti ritenuti un abuso di potere da parte delle autorità, in fase di valutazione nelle sedi giudiziarie. La scorsa contromisura analoga gli era valsa 12 giorni in cella di punizione, per aver avuto il coraggio di condannare la mobilitazione ordinata dal Cremlino per il conflitto in Ucraina durante un’udienza in tribunale. In precedenza, Navalny aveva denunciato di essere stato punito per tre giorni per aver lasciato sbottonato l’abito.

Gli USA chiesero il rilascio immediato di Navalny

A giugno, il dissidente era stato portato via dal carcere vicino Mosca dove era detenuto per essere trasferito in un carcere di massima sicurezza: a detta della difesa nessuno ne era stato informato. Secondo il capo dello staff di Navalny, Leonid Volkov, e la portavoce Kira Jarmysch, né gli avvocati, né i suoi parenti erano a conoscenza del trasferimento. A marzo gli Stati Uniti avevano richiesto senza successo il rilascio immediato per l’attivista. Sulla questione si era espresso Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato americano, condannando con forza il provvedimento della giustizia russa.

Condanniamo fermamente l’orchestrazione di un processo farsa da parte della Federazione Russa, si tratta di un nuovo tentativo di mettere a tacere Navalny e altre figure e voci dell’opposizione che criticano le autorità russe. Un altro esempio della crescente repressione attuata dal governo contro le opinioni dissenzienti e la libertà di espressione, al fine di nascondere la brutale guerra del Cremlino.

Condanna Navalny: le precedenti condanne in Russia

Di origini ucraine, Navalny ha subito diversi arresti e processi negli anni. Nel 2012 fu condannato a tre anni e mezzo per appropriazione indebita su denuncia della multinazionale russa Yves Rocher. Nel marzo 2017 venne arrestato durante una manifestazione a Mosca, condannato a due settimane di carcere e al pagamento di una multa. Nel giugno dello stesso anno fu nuovamente arrestato durante una protesta contro la corruzione. A settembre finì ancora in prigione, con l’accusa di aver organizzato eventi pubblici non autorizzati.