Con le singole inchieste di Svezia e Danimarca ancora in corso, il quotidiano svedese Expressen ha mostrato foto e video che documentano le perdite dei gasdotti Nord Stream successive alle esplosioni del 26 settembre scorso.

A condurre le operazioni è stata la compagnia norvegese Blueye Robotics, che è riuscita a produrre contenuti multimediali a una profondità di 75-76 metri con una telecamera subacquea.

Nord Stream, alla base della perdita confermate le esplosioni

Almeno 50 metri del gasdotto Nord Stream 1 sono stati distrutti o sepolti sotto il fondale marino a causa delle esplosioni sottomarine. Ecco il riassunto del reportage svelato oggi da un quotidiano svedese, accompagnato da una spiegazione tecnica testuale.

Nel dossier si legge che “alcune parti del tubo hanno spigoli vivi dritti, in altre parti il metallo è fortemente deformato” e che solo “una forza estrema può piegare un metallo così spesso”. Un modo elegante per parlare di sabotaggio. Ulteriori indagini saranno condotte congiuntamente dalla polizia e dal Servizio di Sicurezza e Intelligence della Danimarca, con l’inchiesta di Copenaghen che ricalca quanto già indicato dai procuratori svedesi.

La notizia arriva immediatamente al Cremlino, che commenta così tramite il portavoce Dmitri Peskov:

Condurre un’indagine sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, di proprietà russa, senza coinvolgere la nazione di riferimento è deplorevole

Allo stesso vengono rispedite al mittente le accuse dell’Occidente, ritenuto responsabile dell’accaduto dall’intelligence sovietica.

Putin pronto a inaugurare la linea parallela

Ma la questione del gas è tornata a tenere banco a causa delle dichiarazioni recenti di Vladimir Putin, il quale ha preannunciato la futura apertura di Nord Stream 2. Il gasdotto parallelo è rimasto sostanzialmente intatto e potrebbe garantire quell’approvvigionamento che Nord Stream 1 non potrà fornire a causa dei pesanti danni subiti.

Naturalmente, la condizione di Mosca per riprendere il dialogo tra le parti è la revoca immediata delle sanzioni. Ipotesi difficilmente percorribile nonostante le aperture manifestate da Putin nel bilaterale con Erdogan, tuttavia l’Europa ha già fatto la sua scelta irreversibile.