Prosegue il processo Ruby ter con i legali di Silvio Berlusconi che passano al contrattacco. Federico Cecconi, uno degli avvocati dell’ex premier, è intervenuto a difesa del suo assistito, imputato nel processo Ruby ter assieme ad altre 28 persone. Nella sua arringa, Cecconi ha evidenziato come il versamento di soldi alle ragazze coinvolte sia stato portato a termine per fini leciti.
Qui siamo di fronte a un processo per corruzione per ‘pubblici proclami’ perché lo stesso Berlusconi ha detto, anche in epoca non sospetta, che procedeva ad aiutare le giovani. Gli elementi di portata indiziaria dell’accusa, globalmente considerati e anche uno per uno analizzati, sono del tutto inidonei a ritenere provata aldilà di ogni ragionevole dubbio la penale responsabilità del dottor Berlusconi.
I soldi elargiti da Berlusconi alle giovani ospiti delle serate ad Arcore, dunque, sarebbero stati corrisposti sotto forma di risarcimento, come “ristoro” per via dello scandalo mediatico generato dal caso Ruby. Questa l’argomentazione del difensore del leader di Forza Italia, che ha sottolineato come la Procura non sia stata accurata nell’individuare il momento del presunto accordo tra l’ex premier e le “olgettine”.
Processo Ruby ter, le argomentazioni di Cecconi
L’argomentazione del legale parte dall’ordinanza del collegio presieduto da Marco Tremolada, che durante il processo ha in sostanza confermato che le giovani avrebbero dichiarato il falso nelle udienze. A detta di Cecconi quell’ordinanza “dice in modo insuperabile che tutte le odierne coimputate di Berlusconi almeno dalla primavera del 2012” andavano già indagate per presunta corruzione e dovevano essere sentite nei processi come testimoni. E se ora vengono meno le presunte false testimonianze, secondo la difesa, viene meno anche l’imputazione di corruzione. “Con questa ordinanza non solo viene meno la falsa testimonianza, ma anche la corruzione in atti giudiziari”, ha stabilito l’avvocato.
Secondo Cecconi, gli screenshot raccolti dalle giovani in una chat di gruppo da settembre 2014 sarebbero da ricondurre piuttosto ad un tentativo di ricatto ai danni di Berlusconi, considerato “parte offesa”. Da parte dei pm “non si è mai voluto fare oggetto di accertamento” a proposito di questi presunti tentativi di estorsione. “Non vi è nemmeno un germoglio dell’accordo corruttivo”, ha detto Cecconi a proposito degli indizi portati dai pm. E anche gli episodi citati nel 2015 ai pm da Imane Fadil, una delle testimoni ‘chiave’ dell’accusa morta nel 2019, non rendererebbero “realistica né credibile la ricostruzione” dei fatti.
A maggio 2022, la procura di Milano aveva chiesto 6 anni per Silvio Berlusconi, accusato di aver pagato le giovani ospiti delle “cene galanti” per dire il falso nei processi sul caso di Karima El Mahroug. Allora 18enne, “Ruby Rubacuori” era stata ospite nella residenza dell’ex presidente del Consiglio fin da quando era ancora minorenne. Processato per concussione e prostituzione minorile, il leader di Forza Italia è stato assolto in via definitiva per questi reati, ma da quel procedimento è nato un fascicolo sull’ipotesi di corruzione delle ragazze presenti alle feste, compresa Ruby, affinché sostenessero la versione delle ‘cene eleganti’. Per la giovane, il cui silenzio sarebbe stato comprato dall’ex Cavaliere, la procura aveva sollecitato una pena a 5 anni. Palla ora all’altro legale di Berlusconi, Franco Coppi, che parlerà il prossimo 2 novembre.