Ci sarà da attendere ancora due settimane per le elezioni in Brasile, con il ballottaggio tra Luiz Inàcio Lula da Silva e Jair Bolsonaro. Quattordici giorni in cui entrambi i candidati se le canteranno di santa ragione come avvenuto ieri nel primo storico faccia a faccia televisivo tra i due leader che si contendono la guida del Paese sudamericano.
Considerando i toni a cui si arrivava all’appuntamento televisivo, era lecito assistere a un duello senza esclusione di colpi e così è stato. Per gli analisti politici il dibattito si è concluso senza vincitori ma con un pareggio che pare riflettere il dato dello scorso 2 ottobre (al primo turno Lula 48%, Bolsonaro 43%).
Elezioni Brasile, Lula sceglie il punto debole della pandemia
Le elezioni presidenziali in Brasile, programmate il prossimo 30 ottobre, hanno vissuto un momento spartiacque nell’inedito confronto televisivo tra il capo del partito socialista Lula e il leader dell’opposizione liberale (nonché presidente uscente) Bolsonaro.
Rispettando i tempi tecnici e l’avversario, i due candidati al ballottaggio sono andati all-in sui punti deboli del rivale, accusandosi reciprocamente di fake news. L’ultimo caso in ordine temporale riguarda l’accusa di pedofilia verso Bolsonaro, circolata dopo la diffusione virale di un video poi ritenuto “falso” dal Tribunale superiore elettorale brasiliano.
Il primo a prendere parole è stato l’ex presidente Lula, che ha condannato verbalmente la gestione della pandemia covid-19 in Brasile. Il numero molto elevato di decessi (oltre 680mila) causato dalle teorie negazioniste di Bolsonaro e dal grave ritardo con cui il Paese si è aggiudicato la fornitura prevista di vaccini. Una strategia che ha “preso in giro le persone che muoiono per mancanza di ossigeno”, travisando la realtà mentre la gente soffriva. Ecco un paio di passaggi chiave di Lula:
Bolsonaro racconta 6 o 7 bugie al giorno. Credo che la campagna debba essere regolamentata, che la giustizia debba prendere la decisione. E ogni volta che c’è una bugia, faremo causa.
In tutta risposta, Bolsonaro ha dichiarato:
Lula, se non mentissi, non saresti tu. Mi hanno già chiamato genocidio, cannibale.
Bolsonaro scava nel passato del rivale
Il leader del Pl si è poi rivalso nel blocco successivo, attaccando il passato di Lula macchiato da diversi episodi di corruzione che gli sono costati il carcere. Quello più eclatante ha riguardato Petrobras, il colosso nazionale dell’energia, definendolo “una vergogna per il Paese, mentre Lula dirottato i fondi pubblici per le sue tasche e per quelle dei suoi amici”. Simbolico un passaggio sul presunto passato criminale di Lula:
Hai amicizia con i banditi. Nella favela non c’era un poliziotto al suo fianco, c’erano solo trafficanti.
Il diretto interessato ha cercato di cambiare argomento, senza successo:
Bolsonaro sa che quello che si occupa della criminalità organizzata non sono io. Chi ha rapporti con i miliziani non sono io. E sa chi è. La criminalità organizzata correlata alla morte di Marielle.
Secondo le ultime informazioni che giungono da oltreoceano, Lula e Bolsonaro dovrebbero partecipare a un altro dibattito, a ridosso dal voto, sulla tv Globo, la rete più popolare del Paese. L’ultimo sondaggio, diffuso venerdì da Datafolha, sostiene che il 56% dei brasiliani non voterebbe per Bolsonaro, mentre il 46% non darebbe la propria preferenza a Lula.