Superata la burrascosa elezione dei presidenti delle Camere, il centrodestra è chiamato al nuovo esame: quello dei capigruppo, dove la tensione tra Fdi e Fi potrebbe esplodere. Ma anche all’interno degli azzurri le acque sono particolarmente agitate.
A smuoverle è stato il veto pronunciato da Giorgia Meloni sul nome di Licia Ronzulli in merito al totoministri, un atteggiamento che ha scatenato i siparietti sugli appunti di Berlusconi e al contempo spaccato il partito in due anime.
Fdi-Fi, prove di riconciliazione
Fdi si dice comunque ottimista sulla possibilità di dialogo con Fi, per bocca di Guido Crosetto e di Fabio Rampelli.
Il giornalista ritiene che sia arrivato il momento di un nuovo Esecutivo interamente composto dalle forze di centrodestra dopo che governi misti (come quello gialloverde) non hanno prodotto gli effetti sperati. Ciò non significa tuttavia negare che ci sia stato un “atto di rottura”, a cui però bisogna sempre anteporre le esigenze del Paese.
Anche il deputato è convinto che lo strappo sarà ricucito in tempi brevi, invitando tutti gli attore a mettere in campo un comune senso di responsabilità. Sul versante forzista, Gasparri continua a ribadire la linea moderata e di dialogo con l’alleato, compattezza che sarà confermata in vista delle consultazioni al Quirinale.
Il nome di Ronzulli al centro del dibattito
Tornando a parlare dei capigruppo alla Camera e al Senato, Ronzulli si contende il seggio a Palazzo Madama con Maurizio Gasparri, uomo di fiducia del Cavaliere, e Gianfranco Micciché, anima del dissenso anti-Fdi.
Meno complicati i discorsi alla Camera, dove viaggia verso la riconferma Paolo Barelli. Più lontane le candidature di Giorgio Mulé e Alessandro Cattaneo, entrambi vicini a Ronzulli. Appuntamento già a partire da lunedì.