Ci siamo, in Cina si apre ufficialmente il XX° Congresso nazionale del PCC (Partito Comunista Cinese), inaugurato dal presidente Xi Jinping con un discorso ufficiale. L’attuale leader del Dragone dovrebbe vedere confermata la fiducia con l’avvio di un terzo mandato alla guida del Paese.

Nelle scorse settimane erano usciti diversi rumor nei suoi confronti, sulle presunte difficoltà che avrebbe incontrato nella rielezione dei suoi membri fedelissimi. A molti non è infatti piaciuta la “strategia Zero” nell’affrontare la pandemia covid-19 che si è abbattuta con vigore sulla Cina nei primi mesi dell’anno. Sul tema Xi è stato abbastanza sbrigativo, sostenendo di “aver messo al primo posto le persone e le loro vite”.

XX° Congresso del Pcc in Cina, Xi verso il terzo mandato

Risuona potente e trionfale la Marcia dei Volontari, ossia l’inno nazionale della Cina, durante la cerimonia di apertura ufficiale del XX° Congresso del PCC, tradizione che si ripete ogni cinque anni per l’elezione del nuovo presidente.

All’interno della Grande Sala del Popolo, nel cuore di Pechino, un applauso scrosciante e interminabile ha scandito il discorso di Xi Jinping, che ha esordito con le seguenti parole:

Siamo qui per il nuovo corso del Partito, in vista della costruzione di un moderno Paese socialista

C’era grande attesa e curiosità per alcuni passaggi del suo intervento e se sul capitolo Covid-19 il leader comunista ha glissato sui probabili errori nel contenimento del virus, sul delicato tema Taiwan è stato alquanto inflessibile:

La riunificazione della patria sarà realizzata

L’obiettivo rimane dunque in bella mostra, e d’altronde Pechino non lo ha mai nascosto del tutto. Durante tutto l’anno il clima di tensione con gli Stati Uniti e le esercitazioni militari aggressive intorno all’isola erano stati chiari segnali. L’indipendenza di Taiwan, in breve, dovrà cessare così come accaduto a fine anni Novanta nel distretto di Hong Kong (“passata dal caos alla stabilità, mettendo l’amministrazione della città nelle mani dei patrioti”) e a Macao: il modello è quello discusso “Un Paese, due sistemi, all’opposto di quanto accade tra Israele e Palestina.

L’economia cinese continuerà la scalata

Se sulla politica estera non ci sono particolari contraddizioni al suo discorso, nel caso di quella interna non mancano i franchi tiratori. Ecco dunque che la parola più utilizzata da Xi è “unità”, a cui sono poi collegati i concetti di “fiducia” e “determinazione”.

Obiettivo è costruire insieme un Paese moderno e ringiovanirlo. Sul versante economico l’impatto della pandemia si è fatto sentire con una brutta botta che ha coinvolto prima Shanghai e poi Pechino, causando un rallentamento del Pil (che comunque rimane imparagonabile alla debacle europea). La Cina è consapevole di avere davanti a sé una grande occasione, sfruttando lo status neutrale in Ucraina e coinvolgendo le risorse in settori strategici per il futuro.

Xi hai poi rivendicato di aver raddoppiato il valore dell’economia nei dieci anni di mandato, chiudendo in quasi due ore il suo discorso (nel 2017 furono invece più di tre).

Xi parlerà nuovamente a inizio della prossima settimana, dove dovrebbe toccare anche altri temi oltre che alla politica interna.