Nuovo film per Marco Giallini: non poteva essere nessun altro che lui, infatti, “Il principe di Roma”, diretto da Edoardo Falcone, prodotto da Lucky Red e Rai Cinema e presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public. Ispirato al cinema di Luigi Magni, scritto dallo stesso Falcone assieme a Mario Martani e Paolo Costella, il film si rifà al grande classico della letteratura “Il Canto di Natale” di Charles Dickens, reinterpretandolo però in chiave evolutiva, con nuove situazioni, nuovi personaggi e sviluppi che lo rendono assolutamente originale.
La trama del nuovo film di Marco Giallini
Il nuovo film di Marco Giallini è ambientato a Roma nel 1829. Giallini interpreta Bartolomeo, un uomo che si trova a un passo dal realizzare il suo sogno: diventare finalmente nobile, addirittura principe. Un titolo che non gli spetta, ma che è pronto a comprare stringendo un accordo segreto con il principe Accoramboni (Sergio Rubini) prendendo in moglie sua figlia (Liliana Bottone). Per recuperare il denaro da dare al principe Bartolomeo si troverà alle prese con dei fantasmi, da Giordano Bruno (Filippo Timi) a Beatrice Cenci (Denise Tantucci) fino a Papa Borgia (Giuseppe Battiston), in un viaggio tra passato, presente e futuro che lo porterà a redimersi.
Le dichiarazioni
A proposito del nuovo film Marco Giallini ha dichiarato: “Non mi sono divertito perché con Falcone. Eravamo soli come cani durante il covid a girare. Mi sono divertito dai, è stata dura perché un film in costume comporta carrozze e cose a cui non sono abituato. Non mi sono preparato eccessivamente. Spero che un giorno ci citeranno a noi quando la guerra sarà finita”.
“Mi è piaciuto molto fare questo film in costume, tra carrozze e cavalli. Sono entrato poi nella parte anche con gli spiriti, lo vedo un film alla Luigi Magni, ma Roma oggi dove sta? Io non ci vengo più volentieri, abito sul raccordo. La romanità non c’è più. Si trova solo nelle mura, nelle rovine, nell’architettura. La romanità come atteggiamento non la sento più, un tempo c’era la solidarietà, le persone avevano un cuore grosso. Oggi – ha continuato l’attore – c’è solo l’ego, la persona che si fa le foto e le mette sui social.”
Queste le parole del regista Edoardo Falcone: “Non volevo fare un film comico, ma continuare a parlare di temi universali. Mi è venuto in aiuto il canto di Natale, un libro che ho sempre amato e che parla di una trasformazione. Ho capito che poteva essere interessante spostare Scrooge a Roma e tre dei tanti fantasmi che si annidano tutt’oggi nelle strade di Roma”.