Dopo una giornata positiva con l’elezione del suo braccio destro Lorenzo Fontana, Matteo Salvini guarda ora alle consultazioni con spirito decisamente sereno: il suo punto fermo rimane l’approdo al Viminale, tuttavia il leader della Lega ha abbassato i toni e assiste dalla panchina lo scontro frontale tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.
Alla stampa il numero uno del Carroccio ribadisce che ci sarà unità e compattezza, lanciando una stoccata alla sinistra rea di “attaccare con violenza la seconda e la terza carica dello Stato, appena democraticamente elette”.
Salvini non commenta direttamente gli aggettivi di Berlusconi su Meloni
Matteo Salvini prova a fare da paciere nel dualismo tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, ricordando che davanti al centrodestra c’è ancora un’intera legislatura.
Per affrontarla con il giusto spirito e aiutare l’Italia a evitare le secche di una probabile recessione servirà ritrovare quell’armonia auspicata anche dal segretario leghista.
Poi l’attenzione si sposta ai tentativi destabilizzanti della sinistra, al “clima d’odio che va avanti da mesi”, alle “minacce”, agli “insulti” su cui si è espressa anche Giorgia Meloni.
Maroni: “Salvini non idoneo al Viminale”
Chi invece non sembra vedere di buon occhio il “Capitano” è il suo predecessore alla segreteria, Roberto Maroni, che già aveva espresso più di qualche perplessità sulla conferma di Salvini dopo le elezioni deludenti.
Per l’ex presidente della Lombardia l’unica certezza per il centrodestra riguarda l’affidamento del Viminale (il Ministero dell’Interno) a un prefetto: tradotto, un “no” a chiare lettere in direzione di Salvini. Non solo, perché nell’intervista del Corriere della Sera, Maroni traccia anche l’identikit del futuro segretario leghista: competenza, area moderata e grande passione.
Infine, parole d’encomio per Giorgia Meloni: con lei al timone, “non andremo a votare prima della fine della legislatura” grazie alla sua capacità di “reggere la barra”.
Gasparri (Fi): “Uniti al Quirinale”
Sulla posizione di Forza Italia, che potrebbe voltare le spalle a Meloni, ha puntualizzato lo scenario Maurizio Gasparri, figura vicina al Cavaliere.
Il suo appello è all’unità della coalizione in un momento storico delicato per l’economia italiana, nonostante gli equilibri ben delineati del voto del 25 settembre. Esclusa categoricamente ogni forma di dissenso quando ci sarà la salita al Quirinale in occasione delle consultazioni, su Berlusconi la chiosa: “Ha fatto aperture e passi di lato, gli è dispiaciuto ricevere veti in risposta“.