Paura in Turchia dopo l’esplosione di una miniera di carbone: ad Amasra, una località sulla costa nord-ovest del Mar Nero, l’esplosione ha causato la morte di 28 morti, ma il numero è destinato a salire. 11 le persone ricoverate in gravi condizioni, mentre le squadre di soccorso sono al lavoro incessantemente per salvare circa 50 minatori, rimasti intrappolati dalle macerie a 300 metri di profondità.

L’esplosione della miniera di carbone mette in Turchia: le cause

L’esplosione di ieri pomeriggio della miniera di carbone ad Amasra, città della Turchia sulla costa nord-ovest del Mar Nero, ha gettato nel panico e nello sconforto un intero Paese: secondo le prime notizie sono 28 i minatori rimasti uccisi dall’incidente, con 11 persone ricoverate in gravissime condizioni. Dati forniti dal ministro della Salute, Fahrettin Koca e dal ministro dell’Interno Suleyman Soylu, accorsi sul posto non appena hanno ricevuto la notizia del grave incidente.

In queste ore le squadre di soccorso sono al lavoro per portare in salvo 50 minatori rimasti bloccati sottoterra, come spiega il ministro dell’Interno:

“110 dei nostri fratelli stavano lavorando per salvare le persone intrappolate. Alcuni minator sono usciti da soli e alcuni di loro sono stati salvati, ce ne sono quasi 50 intrappolati in due aree a 300 e 350 metri sotto terra”

Secondo il ministro dell’Energia Fatih Donmez l’esplosione sarebbe stata causata da un grisou, miscela naturale di gas costituita da metano e altri idrocarburi che, una volta a contatto con l’aria, esplode. La procura ha aperto un’indagine sul terribile incidente.

L’ultimo di molti disastri minerari

Quella di ieri non è l’unica esplosione di una miniera nella storia della Turchia, negli ultimi dieci anni protagonista di un forte sviluppo economico dove però – il più delle volte – si è andati a scapito delle norme di sicurezza. Nel 2014 si è registrato il peggior disastro minerario del Paese, dove un incendio nella miniera di carbone nella città di Soma provocò la morte di 301 persone.

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