Teatro Morlacchi Perugia: grande restauro. La sede si trova nel centro storico di Perugia, in piazza Morlacchi, non lontano dalla Facoltà di Lettere e Filosofia, ed è stato costruito nel 1777 dalla borghesia cittadina: si tratta del teatro maggiore dell’intera città, che, finalmente, grazie ai lavori di riqualificazione e valorizzazione, riscopre la sua bellezza originaria e finalmente si rivela al pubblico in tutto il suo splendore.

Teatro Morlacchi Perugia

Teatro Morlacchi Perugia: un gioiello della tradizione teatrale

I lavori di restauro, finanziati dalla fondazione Brunello e Federica Cucinelli attraverso il Comune di Perugia con l’Art Bonus, sono iniziati nel 2018 e ora, nel 2022, hanno restituito all’Umbria uno dei suoi luoghi fondamentali, un vero e proprio gioiello per riscoprire la propria tradizione e il valore profondo del teatro.

Certo è che, se il Comune di Perugia ha sempre provveduto alla manutenzione dell’edificio e all’adeguamento dei locali alla normativa di sicurezza, taluni ambiti dello stabile risentivano dell’usura del tempo e, dunque, necessitavano di un intervento diretto, in modo tale che vi fosse un ripristino generale delle condizioni dell’edificio.

In particolare, ad essere stati oggetto di restauro sono il pavimento del palcoscenico e quello della platea, le poltrone della sala (con una nuova disposizione, che favorisce un aumento dei posti complessivi), le sedie nei palchi e, in generale, altre opere fondamentali di rinforzo per la sicurezza. Ancora, ci si è occupati del foyer, i camerini (integramente ristrutturati e dotati di nuovi servizi), i servizi igienici per il pubblico agli ordini (anche questi, tra le altre cose, aumentati di numero, per una migliore esperienza). Anche la facciata esterna su piazza Morlacchi è stata oggetto di rifacimento e tinteggiatura, dopo la demolizione dell’intonaco vecchio. La copertura è stata rimossa e bonificata, con la sostituzione delle capriate principali.

All’incontro per il teatro restaurato, hanno preso parte diverse personalità: Nino Marino (direttore del Teatro stabile delll’Umbria), Brunello Cucinelli, Andrea Romizi (il sindaco di Perugia), Donatella Tesei (presidente della regione Umbria), Maurizio Oliviero (rettore dell’Università degli Studi di Perugia) e Lucia Steri (responsabile nazionale per la comunicazione di Ales spa).

Le dichiarazioni sull’opera di restauro

Grato alla fondazione di Brunello e Federica Cucinelli si mostra presto il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, soddisfatto di permettere ai cittadini di varcare nuovamente le porte di un teatro che è sempre stato un importante gioiello per l’Umbria e la città di Perugia, che finalmente risplende di nuova luce:

“Con grande emozione e soddisfazione varchiamo le porte del nostro teatro civico, di questo prezioso gioiello della nostra città interamente rivalorizzato per merito del programma Art Bonus e della grandissima generosità della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, che, dopo l’Arco Etrusco e le facciate del Duomo, prosegue, con il Teatro Morlacchi, l’opera di valorizzazione e custodia del patrimonio artistico di cui si fa promotrice. Per questo, in primo luogo, rivolgiamo proprio a Brunello e Federica Cucinelli con la loro Fondazione, la nostra riconoscenza e la nostra gratitudine più sentite e sincere. Questo è un giorno importante, un giorno in cui il nostro teatro, edificato con il concorso di tante famiglie della borghesia che fortemente vollero, intorno alla fine del 1700, uno spazio che le rappresentasse, diventato, poi, nel tempo, un luogo emblematico ed evocativo di quella che è la nostra peruginità, caratterizzata dalla tenacia, dall’ingegno, dalla capacità e dall’ambizione, risplende di nuova luce. “

Brunello Cucinelli ricorda il suo amore per la custodia degli spazi comuni e rivendica un ruolo di mediazione culturale per l’Italia, proprio come nel Rinascimento:

“Ho sempre avuto amore per la custodia e penso che se il portone di casa tua è pulito tutta la città diventa pulita. […] Dobbiamo tornare a vivere meglio con noi stessi e con i nostri spazi. Grazie al valore che ha l’Italia avremo molti vantaggi in futuro e cresceremo più di altri. Eravamo mediatori culturali nel Rinascimento e stiamo tornando ad esserlo. “

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