La bioterapia nutrizionale è una dieta secondo la quale, attraverso una particolare associazione di alimenti, si può prevenire o curare delle malattie.

Nutrendosi con gli alimenti che sono più adatti per il nostro organismo, dunque, si può utilizzare il potere farmacologico che questi hanno per migliorare la propria salute.

Bioterapia nutrizionale: che cos’è e come funziona

La bioterapia nutrizionale è un metodo che è stato ideato e sperimentato più di 40 anni fa dalla Dott.ssa Domenica Arcari Morini di Roma, la quale ha sperimentato l’utilizzo di alimenti, modalità di cottura e associazioni dei cibi a scopo terapeutico, per la prevenzione e la cura delle malattie.

Una particolarità di questa dieta riguarda sicuramente l’uso libero dell’olio. Un tempo, infatti, i grassi erano considerati un tabù per quanto riguarda l’alimentazione, invece oggi sono stati in un certo senso sdoganati.

Ciò che permette di bruciare più calorie, quindi, e di compensare il maggior apporto calorico è lo “stimolo metabolico”.

La Dott.ssa Arcari iniziò a studiare, dunque, le conseguenze sui nostri corpi dei diversi alimenti, delle loro differenti modalità di cottura e dei diversi abbinamenti tra di loro.

La bioterapia nutrizionale viene studiata ad hoc e bilanciata a seconda del quadro clinico e della costituzione fisica di un determinato soggetto, per poi essere modificata a seconda della risposta del soggetto in tal senso.

Questa va ad influire sulle principali funzioni organiche del nostro organismo, come:

  • la regolazione glicemica;
  • l’ottimizzazione della funzionalità epatica, tiroidea e renale;
  • il bilanciamento dell’assetto ormonale generale.

Dopo la diagnosi medica, saranno proposti al paziente dei pasti che saranno adattati ed abbinati sulla base delle sue esigenze, sia soggettive che oggettive.

In questa dieta si parla di “stimolo metabolico” perché si va ad agire su tre diverse tipologie:

  • lo stimolo epatico (es. di pasto: scaloppina al limone, cicoria ripassata in padella e una pesca bianca);
  • lo stimolo tiroideo (pesce al sale, con insalata e ananas);
  • lo stimolo intestinale (pasta aglio, olio e peperoncino, melanzane grigliate e un kiwi).

In generale, però, in questo metodo si assumono tutte le tipologie di alimenti, dal pane e la pasta alla carne e al pesce, oltre che a legumi, uova, latticini, frutta e verdura, ecc…

L’importanza di questa dieta riguarda la corretta modalità di cottura di questi alimenti e anche del corretto abbinamento tra di essi.

Ecco come Tina Cipollari ha perso 20 kg

Tina Cipollari ha perso ben 20 kg grazie alla bioterapia nutrizionale, con una dieta che le è stata indicata dalla Dott.ssa Emanuela Casaldi.

Ecco che cosa ha dichiarato di aver fatto a Io Donna la Dott.ssa Casaldi a Tina Cipollari, che fino a quel momento seguiva un’alimentazione guidata dalla sua gola:

“Ho cercato innanzitutto di non rivoluzionare ma di ordinare i pasti. Nel suo caso è stato importante conciliare una sana alimentazione con la sua vita frenetica. È una persona che viaggia molto, quindi anche sul treno deve poter consumare un pasto adeguato, composto da: carboidrati, proteine, olio e verdure. Non ci sono indicazioni sulle quantità. Questo non vuol dire ‘a volontà’, ma in porzioni normali. Dopo 4- 5 giorni l’organismo si auto regola.

La bioterapia nutrizionale è un metodo messo a punto dalla Dottoressa Domenica Arcari Morini, che utilizza ogni alimento, e i relativi macronutrienti, come ‘farmaco‘, sia per la prevenzione di tutte le malattie non traumatiche, che per raggiungere i propri obiettivi di benessere.

Ciò che è importante sottolineare è che non si tratta di una dieta, secondo l’errata accezione di privazione e sacrificio, ma di un metodo di corretta alimentazione. È applicabile a tutti, nessuno escluso.

Ogni pasto deve contenere: carboidrati, proteine, fibre e grassi buoni. Un piatto di pasta non è assolutamente vietato, basta farlo precedere da una porzione d’insalata in modo che non faccia ingrassare come se mangiata sola. La presenza della fibra è fondamentale poiché, abbinata ad una sostanza lipidica di qualità (olio evo o grassi omega 3), rallenta il rilascio di insulina ed evita così i picchi glicemici”.