Australia, le inondazioni improvvise delle scorse ore hanno sommerso centinaia di case nel sud-est del Paese, costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case e fuggire. La situazione sembra essere particolarmente tragica nel sobborgo di Maribyrnong, nel nord-ovest di Melbourne, ma anche nei tre Stati di Victoria, Benalla e Wedderburn. Una situazione in parte preannunciata dal Bureau of meteorology, che già lo scorso mese aveva fatto sapere che nell’Oceano Pacifico erano in corso i fenomeni metereologici associati a “La Niña”, con precipitazioni superiori alla media. Ma la situazione potrebbe addirittura peggiorare.
Australia inondazioni in tutto il Paese: migliaia di evacuati
“Circa 500 case nel Victoria sono state allagate e altre 500 sono state isolate dall’alluvione“, ha dichiarato il premier dello Stato australiano, Daniel Andrews. Numeri che, come ha evidenziato, sembrano essere destinati ad aumentare, visto che le precipitazioni non accennano a calmarsi. La maggior parte dello Stato sta infatti facendo i conti in queste ore con un “evento piovoso molto significativo, che si verifica, ovviamente, con il terreno già completamente fradicio”, ha spiegato. “La vera sfida ora è che abbiamo un altro evento di pioggia la prossima settimana e il servizio metereologico prevede più rovesci per il prossimo periodo di sei-otto settimane. Non ci vorrà molta acqua in più per assistessere a ulteriori eventi di alluvione” – ha aggiunto Andrews.
Una situazione difficile e che non sembra destinata a calmarsi, quindi, quella registrata nelle ultime ore in Australia, dove il maltempo ha causato inondazioni in tutto il Paese, colpendo in particolare gli stati di Victoria, Benalla e Wedderburn e un sobborgo alle porte di Melbourne. Il servizio di emergenza statale ha fatto sapere di aver già effettuato più di 108 soccorsi nelle ultime 48 ore, salvando numerose persone, costrette alla fuga dopo che le loro case sono state completamente allagate. Veri e proprio ordini di evacuazioni erano invece in vigore per la città di Rochester sul fiume Campaspe, a nord di Melbourne, e per le città vittoriane centrali di Carisbrook e Seymour sul fiume Goulburn.
Anche la città di Sydney è completamente allagata e gli sfollati sono a migliaia. Sul posto sono inoltre iniziate le ricerche di alcuni dispersi e Phil Campbell, il portavoce dei servizi di soccorso, ha detto che le inondazioni sono “l’equivalente acquatico degli incendi forestali” che tra il 2019 e il 2020 hanno devastato l’Australia. In Tasmania, lo Stato australiano più a sud del Paese, il maltempo ha provocato lo straripamento di vari fiumi, tra cui il Mersey, tanto che le autorità locali hanno deciso di chiudere il porto di Devonport. Le alluvioni sembrano essere state provocate da “La Niña”, un complesso insieme di eventi atmosferici che si verifica periodicamente nell’Oceano Pacifico meridionale, influenzando i fenomeni metereologici del Paese.
Non solo alluvioni: anche gli incendi hanno devastato il Paese
L’Australia, ora alle prese con le inondazioni, ha già dovuto affrontare negli ultimi anni una grave emergenza incendi. Secondo un rapporto quinquennale pubblicato dal Governo e riportato dal WWF, gli incendi boschivi che hanno colpito il sud-est del Paese tra il 2019 e il 2020 hanno bruciato più di otto milioni di ettari di vegetazione autoctona e ucciso o costretto alla fuga da uno a tre miliardi di animali. Cifre mostruose, che derivano in primis dalla siccità e dalle temperature elevate causate dal riscaldamento globale, che hanno trasformato le foreste in facili prede per le fiamme, devastando il Paese e mettendo a rischio intere specie, come i koala.