L’autunno porta con sè diverse cose spettacolari, non solo l’armonia dei colori che si susseguono tra alba e tramonto, non solo quel caldo sole accompagnato talvolta da una frescura che si getta fra l’ombra delle siepi, l’autunno ci regala tante molti frutti di stagione. Tra questi, l’uva, i cachi, il melograno, le mele, le pere, i mirtilli rossi, i corbezzoli, le nespole, le nocciole, le mandorle, le noci, i pinoli, il melone bianco e i kiwi e le castagne.
Bollite, sotto forma di castagnaccio o marron glacé, oppure caldarroste. Con l’inizio della stagione si hanno i primi raccolti, e con l’arrivo dei primi freddi il profumo delle caldarroste diventa irresistibile durante una passeggiata in centro. Le castagne sono uno dei simboli stessi dell’autunno: un simbolo buonissimo!
Sagra delle castagne in Abruzzo: le date
Questo è certamente il periodo in cui si stanno realizzando varie feste e sagre della castagna. Vi condurrò un attimino in un itinerario cronologico del mio Abruzzo, forte e gentile. Nella zona dell’Alto Aterno, nel comune di Montereale, più precisamente nella frazione di Cesaproba che consta di appena 180 persone si terrà la sagra della castagna il 29, 30, 31 ottobre e sarà una bella festa che sicuramente richiama, come gli anni scorsi pre-pandemici una vasta partecipazione di pubblico.
Non mancheranno i piatti tipici della tradizione culinaria locale, protagonista indiscussa le caldarroste, a seguire anche i dolci a base del pregiato e squisito frutto autunnale.
A San Felice d’Ocre, altro piccolo paesino della conca aquilana di poco più 1100 abitanti, sempre dopo due anni di fermo causa pandemia, si terrà la festa dedicata alla castagna il 22 e 23 ottobre.
Nella Valle Roveto, a Civitella, la prossima settimana nelle date di 21, 22, 23 ottobre ritorna la manifestazione “Lungo le Antiche Rue”: percorso enogastronomico dedicato al frutto dei propri boschi.
A Sante Marie, un comune poco distante da Tagliacozzo, dal 29 al 30 ottobre. A Valle Castellana, in provincia di Teramo, dal 2 al 4 novembre. In queste manifestazioni di richiamo popolare oltre ai prodotti tipici locali, le castagne verranno servite sia come caldarroste, avvolte nei classici cartocci di carta paglia, che come dolci.
Sagra delle castagne in Abruzzo: la “Roscetta”
Essa è la regina incontrastata di alcuni luoghi dell’Abruzzo marsicano ed aquilano quali: Balsorano, Canistro, Capistrello, Castellafiune, Civita d’Antino, Civitella Roveto, Morino e San Vincenzo Valle Roveto.
Nell’aquilano, in alta Valle dell’Aterno, quindi Montereale, Cabbia, Ville di Fano, Cesaproba e i paesi più in alto, Verrico, Castiglione e S. Vittoria. Ridiscendendo invece verso i confini con il Lazio, dopo Borbona siamo già ci avviciniamo nelle zone del famoso marrone antrodocano, prodotto anch’esso di ottima qualità.
La castagna Roscetta dal colore rossastro, della Valle Roveto è caratterizzata dalla particolare dolcezza del sapore. La sua raccolta, rimasta inalterata nel corso degli anni, comincia in settembre con le operazioni di pulitura del bosco e a metà ottobre si effettua a mano in maniera tradizionale, raccogliendo i frutti nei cesti.
Le castagne vengono conservate seguendo un trattamento particolare tramandato di generazione in generazione. È un frutto molto calorico, composto per circa il 60% da amidi e da carboidrati, cloro, magnesio, proteine, sali minerali e dalle vitamine A, B e C. Ha dimensioni medio grandi.
Sagra delle castagne in Abruzzo: Salvini chiede a Meloni dove poter andare a cogliere le castagne nel week end. Il mio invito in Abruzzo
Ma mentre scrivo percorro velocemente la preparazione delle castagne a casa mia: le intaglio con un coltellino e poi le metto nell’apposito padellino che metterò sulla brace del mio camino, una delizia da ammirare con gli occhi. Appena pronte e fumanti le avvolgo in un panno per una decina di minuti e poi…. ovviamente le mangio.
Immagino vorrà fare tutto questo anche Matteo Salvini. Il leader della Lega intento a rimanere nel week end a Roma ha chiesto alla Meloni dove potesse andare a cogliere le castagne. Su suggerimento la Meloni le ha risposto: “a Cave”.
Considerata la vicinanza tra i monti abruzzesi e quelli laziali, e che la distanza tra Cave e Civitella Roveto e i pesi limitrofi della Valle Aquilana è di circa un ora e diciotto minuti, lo invito a farsi una camminata in Abruzzo per cogliere le castagne tra i boschi rovetani questo fine settimana e poi di tornare anche la prossima settimana per partecipare alla sagra del paese dedicata alla “Roscetta”.
La castagna: un alimento povero fonte di sostentamento
Quando tutta l’Alta Valle dell’Aterno era fortemente popolata ed i propri boschi in piena attività di coltivazione, questo prodotto tipico era una fonte di sostentamento ed un alimento di baratto. Si scambiava con altri prodotti agricoli alimentari quali grano, granoturco, fagioli, necessarie al fabbisogno delle varie famiglie nel lungo inverno montano, dove allora la neve arrivava presto sin dai primi di dicembre fino a primavera inoltrata.
Ma la castagna, come la rappresentiamo qui noi in Abruzzo “il pane dei boschi”, oltre a costituire un importante elemento di sussistenza, ha rappresentato sino alla fine degli anni’60 una significativa fonte di reddito.
Il castagno, un bene universale
Il legno di castagno, un tempo era utilizzato, oltre che come combustibile per il riscaldamento domestico, per realizzare recinzioni, fabbricare mobili, botti e soprattutto nell’edilizia prima dell’avvento dei ponteggi in ferro.