Carlos Sainz parla chiaro: il dibattito su chi dovesse essere la prima guida Ferrari nella prima parte di stagione, è stato frustrante e tossico, e non ha per nulla aiutato il pilota spagnolo in questo campionato. Un campionato molto anomalo, iniziato con grande equilibrio considerando che Leclerc al termine del quinto gran premio era spalla a spalla con Max Verstappen, che poi è arrivato a vincere il titolo con certezza aritmetica addirittura con quattro gran premi d’anticipo.
Quell’ottimo avvio di Leclerc, aveva spinto i tifosi Ferrari a richiedere che fosse proprio il monegasco a prendere il rango di prima guida, mentre la dirigenza del Cavallino non ha mai voluto creare una vera e propria gerarchia in merito. L’ipotesi – mai presa troppo in considerazione – è stata poi abbandonata completamente a causa di errori clamorosi del team nei confronti di Leclerc, e la contestuale prima vittoria di Sainz a Silverstone (anche lì c’è stata una strategia sfavorevole a Leclerc).
F1, le parole di Sainz sulla stagione 2022
In un’intervista ad AS, Sainz ha parlato proprio di quel periodo:
Posso capire che dopo le prime gare Charles fosse chiaramente un passo avanti sia in qualifica che in gara ma a metà stagione sono migliorato molto. Ho iniziato a lottare di più, e in un certo senso è stato frustrante, perché quando sono entrato in lotta sembrava che alcuni non mi volessero. Mi hanno criticato perché non c’ero, e quando ho iniziato a esserci, alcuni si sono chiesti cosa facessi davanti. È stato frustrante, soprattutto a livello mediatico. Prima sono stato criticato e poi quando ho iniziato ad avere il passo per stare davanti non andava bene neanche quello. Avete visto che non presto molta attenzione a ciò che viene detto là fuori.
Il pilota ha poi aggiunto, parlando sempre del dualismo con Leclerc:
Anche Binotto e la squadra riconoscono che è una virtù che è uno dei nostri punti di forza, ma è chiaro che una parte delle persone che seguono la Ferrari non voleva o non vuole che ci siano due piloti dello stesso livello. Forse è una questione che riguarda altri, perché io sono convinto che la cosa migliore per la squadra sia che noi due siamo il più vicino possibile l’uno all’altro. Sono in F1 da molti anni e so più o meno come funziona questo sport. Ho avuto anni molto buoni, inizi pessimi, finali buoni, inizi buoni, finali pessimi. So che, più o meno, alla fine l’importante è la testa. Essere calmi, avere fiducia in se stessi, forse è uno dei miei punti di forza. La casa può cadermi addosso e io continuerò ad essere positivo e a cercare di continuare ad avere buoni risultati senza che questo mi influenzi troppo. So che ho delle cose da migliorare come pilota, ma so anche che sono bravo, che sono in grado di farlo in qualsiasi gara.