Il blitz antidroga dei Carabinieri di Roma a Tor Bella Monaca ha portato al sequestro di 2 kg di stupefacenti e all’arresto di una 22enne romana, già nota alle forze dell’ordine per precedenti di spaccio. Compiuti anche altri arresti sempre nella zona periferica di Roma.

A Tor Bella Monaca, frazione di Roma, i Carabinieri hanno effettuato un blitz antidroga con sequestro di stupefacenti nella zona “Ferro di Cavallo”.

L’area è tristemente nota alle cronache cittadine e nazionali per malavita, degrado e spaccio di sostanze stupefacenti ad ogni ora del giorno e della notte.

Proprio qui, in una casa del complesso residenziale R5 di via dell’Archelogia, i Carabinieri della stazione di Tor Bella Monaca, nel corso della giornata di Mercoledì 12 Ottobre hanno condotto un’attività di contrasto allo spaccio.

Da alcuni giorni, le forze dell’ordine stavano seguendo gli spostamenti e le azioni di una donna romana già nota per alcuni precedenti. Mercoledì la 22enne si stava aggirando con fare sospetto nella nota piazza di spaccio. I Carabinieri l’hanno fermata nei pressi del suo domicilio e hanno fatto scattare un blitz: all’interno dell’appartamento della donna sono state rinvenute 79 dosi di cocaina e 620 euro in contanti, probabile guadagno della precedente attività di spaccio. Inevitabile l’arresto per la giovane.

Tor Bella Monaca blitz antidroga: altri arresti nella periferia di Roma

Una volta usciti dall’alloggio in questione i Carabinieri hanno inoltre notato qualcosa di sospetto nell’appartamento adiacente, lasciato in stato di forte degrado ed abbandono e con le finestre spalancate. All’interno di questa abitazione sono stati rinvenuti 19 panetti di hashish per un peso complessivo di due kg che sono stati prontamente sequestrati a carico di ignoti.

Qualche ora più tardi, sempre nella stessa zona e più precisamente al numero civico 106 della stessa via dell’Archeologia un’altra squadra di Carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Frascati è intervenuta ed ha arrestato un 45enne romano, trovato in possesso di 13 dosi di cocaina e 660 in contanti.

I due arresti non sono stati gli unici della giornata. Infatti altre due operazioni sono state guidate dai Carabinieri della Stazione Roma Casalotti nella periferia della città, più precisamente in zona Ottavia, e hanno portato all’arresti di un 30enne romano e di un 58enne di origini siciliane trovati in possesso di alcune dosi cocaina e denaro contante. 

In ultimo, i Carabinieri del Nucleo Operativo Roma San Pietro hanno fermato per controlli un 25enne originario del Gambia già noto alle forze dell’ordine. L’uomo è stato arrestato perché aveva con sé 8 involucri di eroina.

Il degrado del “Ferro di Cavallo”

Il degrado della zona cosiddetta “Ferro di Cavallo” di Tor Bella Monaca ha negli anni consentito la diffusione di spaccio. Gli appartamenti non abitati degli edifici popolari di via dell’Archeologia, Largo Mengaroni e viale Santa Rita da Cascia vengono utilizzati come magazzino dai pusher. Spesso anche gli ascensori sono impiegati come nascondiglio per occultare la droga.

Tutto ciò per evitare che nei frequenti blitz dei Carabinieri gli spacciatori vengano trovati in possesso di stupefacenti. E infatti, come accaduto nella giornata di Mercoledì, il sequestro di droga è stato catalogato come “a carico di ignoti”. Gli stessi nascondigli non di rado sono utilizzati per occultare soldi e addirittura armi da fuoco.

In questa zona, la più grande operazione antidroga è stata condotta il 23 Ottobre del 2019 quando con l’ausilio di elicotteri i Carabinieri avevano incastrato ed arrestato 16 persone, di cui 2 donne e tre minori divenuti maggiorenni nel corso delle indagini, tutti appartenenti a un’organizzazione criminale.

In quella circostanza gli inquirenti avevano scoperto come la compravendita di stupefacenti avveniva in quello che, in gergo, era conosciuto come il “buco”: lo scambio denaro-stupefacente tra l’acquirente ed il pusher si svolgeva attraverso un’apposita fessura praticata nella parte inferiore del telaio delle cassette della posta; lo spacciatore dunque rimaneva barricato all’interno dell’edificio con il portone d’ingresso condominiale sbarrato da una serie di chiavistelli apribili manualmente solo dall’interno.