La Nato prepara l’Ucraina per l’inverno di guerra: fornisce indumenti per contrastare il freddo ma soprattutto la difesa aerea per abbattere i missili russi. L’Unione europea, da parte sua, addestrerà i suoi militari e invierà altri 500 milioni di euro di armi.
Da Bruxelles gli alleati mandano un messaggio chiaro al presidente russo, Vladimir Putin: ogni ricorso ad armi nucleari riceverà una risposta potente, anche se probabilmente non nucleare.
“Qualsiasi attacco nucleare contro l’Ucraina creerà una risposta, non una risposta nucleare, ma una risposta così potente da parte militare che l’esercito russo sarà annientato“, ha minacciato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.
Più moderato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: “Non entrerò nel modo esatto in cui risponderemo ma ovviamente questo cambierebbe radicalmente la natura del conflitto. Significherebbe che è stata superata una linea molto importante“. L’ex premier norvegese precisa che “anche l’uso di piccole armi nucleari avrà delle pesanti conseguenze”.
Russia Ucraina. La risposta compatta
Alla riunione dei ministri della Difesa, l’Alleanza celebra l’unità e la compattezza contro Mosca che vanno avanti da otto mesi (e che potranno continuare per lungo tempo).
“Ho iniziato a lavorare alla Nato nel 1975 quando ero un giovane tenente e non l’ho mai vista unita come oggi”, ha detto il segretario americano alla Difesa, Llyod Austin.
E ne approfitta per chiedere maggiore impegno sul fronte della spesa militare. “L’obiettivo che ci siamo dati è del 2% del Pil ma alla luce degli eventi incoraggio tutti gli Stati a spendere di più, anche per rimpiazzare ciò che è stato fornito all’Ucraina”.
Il rimpinguamento degli arsenali fa parte delle priorità attuali dell’Alleanza. Molti Stati cominciano a trovarsi in difficoltà con gli equipaggiamenti militari. E la catena industriale non era attrezzata per un’economia di guerra.
Germania, Gran Bretagna e Spagna le più attive
Gli alleati si fanno comunque trovare pronti. Germania, Gran Bretagna e Spagna hanno annunciato la consegna di sistemi di difesa aerea a Kiev. Quattordici Paesi, a cui si è unita anche la Finlandia (per ora solo candidata alla Nato), hanno inoltre firmato un’intesa per uno scudo a protezione dei cieli europei.
Iniziativa che fa ripiombare nel clima da Guerra fredda e che si somma all’esercitazione nucleare che la Nato ha in programma la prossima settimana.
“È di routine“, assicura Stoltenberg. Ma l’esercitazione “non è stata posticipata per non dare un messaggio errato alla Russia“. Perché ora fare i conti con le mosse di Mosca fa parte della routine.