Dovrà presentarsi davanti al giudice di Castrovillari domani, Cesare Battisti. L’ex terrorista è accusato di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale per fatti accaduti nel 2020 all’interno del penitenziario rossanese in cui stava scontando l’ergastolo e da cui è stato poi trasferito nel 2021 per ragioni di sicurezza. Attualmente è detenuto nel carcere di Ferrara, dove poche settimane fa è stato riconosciuto come detenuto comune.

Cesare Battisti a Castrovillari per un nuovo processo

Cesare Battisti dovrà comparire domani davanti al Tribunale di Castrovillari, difeso dall’avvocato Maurizio Nucci del Foro di Cosenza, per rispondere di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. La notizia è stata diffusa oggi, ma i fatti risalirebbero al 15 settembre 2020, quando l’ergastolano avrebbe minacciato un agente della polizia penitenziaria del carcere di Rossano, perché aveva trattenuto – come ordinato dalla magistratura di sorveglianza – una lettera scritta da Battisti che avrebbe dovuto essere sottoposta a controllo. “Lei non sa chi sono io – avrebbe detto l’ex terrorista al viceispettore. Vedrà di cosa sono capace”. La richiesta l’avrebbe fatto talmente infuriare da strappare la corrispondenza dalle mani dell’agente, urlando: “Lei ha commesso un abuso, la denuncio, non mi deve bloccare la lettera, non ha il diritto, lei non è nessuno”.

Dal terrorismo alla latitanza, fino all’estradizione nel 2019

Cesare Battisti ha alle spalle anni e anni di problemi con la giustizia. È il 1972 e ha soli 18 anni quando viene arrestato per la prima volta, per rapina. Il primo di una lunga serie di piccoli crimini che lo portano a conoscere Arrigo Cavallina, fondatore di un gruppo terrorista di estrema sinistra chiamato Proletari armati per il comunismo, in carcere con lui. Finita la reclusione, Battisti inizia a partecipare attivamente alle azioni del PAC con rapine, sabotaggi e varie aggressioni, ma nel 1979 viene arrestato nell’ambito di una vasta operazione antiterrorismo. Pochi anni di carcere, per lui, che nel 1981 riesce ad evadere e a lasciare l’Italia. Nel frattempo, risulta essere coinvolto in quattro omicidi, tutti compiuti tra il 1978 e il 1979: le vittime sono il maresciallo della polizia penitenziaria Antonio Santoro, il macellaio Lino Sabbadin, il gioielliere Pierluigi Torregiani e l’agente della Digos Andrea Campagna.

Le sentenze di condanna contro Battisti si basano sulle testimonianze di Pietro Mutti, collaboratore di giustizia e suo principale accusatore. Ma l’uomo si dichiara innocente. Dalla Francia al Messico, per poi tornare in Francia prima di scappare in Brasile, dove l’allora presidente Lula gli concesse lo status di rifugiato politico, Battisti è stato latitante per anni, prima di essere estradato dopo un arresto in Bolivia. È il 2019 e per la prima volta l’ex terrorista ammette le proprie responsabilità nei crimini imputatigli, chiedendo scusa ai familiari delle vittime. Condannato all’ergastolo, dopo essere stato trasferito dal carcere di Rossano a quello di Ferrara per ragioni di sicurezza, è passato poche settimane fa allo status di detenuto comune. Ora dovrà presentarsi di nuovo davanti al giudice.