Enna, arrestato il cappellano del carcere, il sacerdote che appartiene alla diocesi di Piazza Armerina è stato colto in flagranza mentre spacciava droga ad un detenuto all’interno dell’istituto. Disposta la perquisizione nella sua abitazione nella quale sono state trovate armi e grosse somme di denaro.

La Polizia penitenziaria ha arrestato il cappellano Rosario Buccheri del carcere di Enna, in Sicilia, il sacerdote, che appartiene alla diocesi di Piazza Armerina, è stato colto in flagranza di reato mentre stava cedendo droga ad un detenuto nell’istituto penitenziario.

L’operazione è stata condotta in collaborazione con il Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria, che già nei mesi scorsi aveva avviato un’indagine dopo aver trovato della droga durante i controlli ai detenuti.

In seguito all’arresto è stata disposta una perquisizione a casa del religioso dove sono state trovate nell’appartamento sia armi che una consistente somma di denaro in contanti.

Le indagini per capire come il cappellano sia riuscito a portare la droga all’interno dell’istituto sono ancora in corso.

In una nota, la provincia siciliana dei Frati Minori Conventuali “prende atto degli avvenimenti che vedono coinvolto il confratello Rosario Buccheri, esprimendo piena fiducia nell’operato della Magistratura ennese”. E aggiunge, come da prassi consolidata, di aver “già avviato in via prudenziale decreto di sospensione dall’esercizio del sacro ministero”.

Enna arrestato cappellano del carcere: un altro scandalo per la diocesi

L’episodio dell’arresto del sacerdote Rosario Bucchieri non è il primo scandalo legato alla diocesi di Piazza Armerina.

Qualche mese fa infatti era imperversata una bufera attorno al prete Giuseppe Rugolo coinvolto in voci di abusi sessuali. Don Giuseppe Rugolo era stato arrestato e posto ai domiciliari proprio lo scorso Aprile.

Pochi giorni fa, per la precisione Martedì 11 Ottobre si è tenuta l’udienza preliminare con rito ordinario per il processo del prete accusato di violenza sessuale aggravata a danni di minori.

L’avvocato difensore del religioso, il sig. Denis Lovison, del Foro di Ferrara, aveva accolto con entusiasmo la decisione di procedere con rito ordinario in modo da dimostrare la tesi difensiva davanti ai giudici, proprio perché invece il rito abbreviato corrisponde ad un’implicita ammissione di colpevolezza. Don Giuseppe Rugolo in seguito alle accuse che lo coinvolgevano era stato trasferito proprio a Ferrara.

A testimoniare in aula era presente anche il monsignor Rosario Gisana, vescovo appartenete anch’egli alla Diocesi di Piazza Armerina.

L’attuale procedimento riguarda la denuncia di un 28enne, che ha rivelato alla polizia di avere subito abusi continuativamente dal 2009 al 2013. Nelle indagini sono emersi molestie ai danni di almeno altri due minorenni ed Enna è da tempo divisa sulla figura di don Rugolo, tra chi lo difende a spada tratta e chi invece chiede giustizia.

A deporre anche il padre del giovane ragazzo che dopo anni ha denunciato le violenze. Il genitore ha confermato che il figlio si rivolse al vescovo in almeno due occasioni, per informarlo di quanto aveva subito.

Il religioso ha confermato dal canto suo di aver offerto ingenti somme alla vittima, utilizzando fondi destinati alle opere caritative.

Per il “risarcimento danni” al ragazzo che frequentava la parrocchia emerge infatti che, secondo le stesse parole di Gisana, la Diocesi avrebbe deciso di utilizzare le offerte dei fedeli.

La somma proposta non venne però mai erogata e il giovane la rifiutò perché, sostiene, la Diocesi non accettò di riconoscere che il denaro fosse erogato a titolo di risarcimento per il danno da lui subito.

Il processo proseguirà con le altre udienze da Gennaio del 2023. Monsignor Rosario Gisana ha espresso comunque tutto il suo rammarico e dolore per la triste vicenda che vede coinvolto un uomo di Chiesa e confida nell’operato della giustizia perché presto si possa fare chiarezza.