A Bologna, il sindaco Matteo Lepore ha tuonato contro l’affissione di manifesti realizzati ed attaccati senza permesso dall’Associazione Pro Vita & Famiglia con l’hashtag #stopgender. Previsti provvedimenti duri contro l’iniziativa. Critiche sui toni del comunicato postato dal sindaco da parte di Lega e Fratelli d’Italia.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore contro la diffusione di manifesti Pro Vita contrassegnati dall’hashtag #stopgender sui muri della città, definendoli offensivi della dignità delle persone e della libertà di espressione di genere.

Il poster in questione raffigura il tentativo di allungare un fiocco rosa e un rossetto ad un bambino la cui espressione risulta triste ed imbronciata. Anche senza le esplicite scritte sottostanti, l’obiettivo della campagna appare essere di non indurre i bambini a pensieri sul proprio genere sessuale, utilizzando appunto gadget prettamente femminili ad imposizione ad un bambino. Ma se ciò non fosse abbastanza chiaro, ecco il messaggio che testualmente recita: “Basta confondere l’indentità sessuale dei bambini”, con tanto di hashtag #stopgender ad incoraggiamento a diffondere la campagna sui social.

I cartelloni sono stati realizzati dal Movimento Pro Vita & Famiglia e sono stati affissi in luoghi strategici per la vita pubblica ed in special modo visibili proprio ai giovani, come le aree vicino alle scuole. Come è leggibile anche dal sito internet dall’associazione, l’iniziativa ha lo scopo di raccogliere firme da presentare al Parlamento Italiano per chiedere di approvare una legge che difenda il diritto di priorità educativa dei genitori, impedendo la diffusione di corsi e attività sull’ideologia Gender nelle scuole italiane di ogni ordine e grado.

Bologna sindaco contro manifesti Pro Vita: il comunicato del sindaco

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore nella sera di ieri, 12 Ottobre, ha espresso tutta la sua indignazione per l’accaduto tramite un post su Facebook, in cui annuncia anche tempestivi provvedimenti. Nel messaggio diffuso sulla pagina personale del primo cittadino si legge:

“Ultimamente sono apparsi a Bologna, in particolare di fronte a luoghi sensibili come le scuole, manifesti del Movimento Pro Vita contro una fantomatica ‘teoria gender’. Manifesti offensivi della dignità delle persone e della libertà di espressione di genere, sui quali abbiamo chiesto un parere legale per poterli rimuovere”.

Il sindaco, inoltre, come già prima di lui anche la vice Emily Clancy, ha tuonato anche provvedimenti sui regolamenti per le affissioni, in modo che certi episodi non si verifichino più:

“Non vogliamo che si ripetano episodi di questo tipo. Per questo stiamo valutando correttivi alle regole attuali sulle affissioni pubbliche. Perché tra libertà di espressione – sempre da difendere e garantire – e campagne discriminatorie c’è una bella differenza. Una differenza che la destra non sa, o non vuole, capire. A Bologna non tolleriamo l’intolleranza. Viva la libertà. Quella vera. Di tutti, per tutti”.

Il post ha raccolto in poche ore 2300 like sul social, a dimostrazione dello sdegno della popolazione bolognese e non circa la vicenda. Gli stessi cartelloni erano stati affissi anche in altre città italiane, ad esempio a Milano, raccogliendo non poche critiche da parte dei cittadini.

L’opinione di Lega e Fratelli d’Italia

Di avviso diametralmente opposto è la Lega che si è scagliata immediatamente contro il duro comunicato del sindaco Lepore.

Il consigliere comunale leghista Matteo Di Benedetto ha espresso in chiave polemica l’operato del primo cittadino attraverso queste dichiarazioni:

“Anche il Sindaco Lepore si schiera contro la libertà di espressione e vuole condizionare la libertà di pensiero? Lo trovo assurdo. Questa è un’impostazione totalitaria e da dittatura del pensiero unico. Voler mettere un filtro politico sui manifesti che si possono affiggere a Bologna è un’idea pericolosa per la democrazia e contraria al concetto di pluralismo. Tra l’altro si tratta di manifesti che esprimono una preoccupazione manifestata più volte anche dal Papa. Mi chiedo: Lepore censurerebbe anche il Santo Padre? Consiglio al Sindaco un nuovo slogan: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma farò di tutto perché tu non possa dirlo”. Si adatta bene alla sua battaglia contro la libertà”.

Anche il rappresentante di opposizione comunale di Fratelli di Italia, Stefano Cavadagna, si è detto contrariato da quanto dichiarato dal sindaco, sostenendo che “la dignità delle persone è ben altra cosa e non viene toccata. Le campagne discriminatorie sono quelle di alcuni centri sociali della città.”