La Russa presidente del Senato con 116 voti (su una maggioranza di 104). Sessantasei le schede bianche, due voti per Liliana Segre e due per Roberto Calderoli. Il raggiungimento del quorum a Palazzo Madama è stato accompagnato da un applauso dell’Aula. Forza Italia, ad eccezione di Silvio Berlusconi ed Elisabetta Casellati, non ha risposto alla chiama.
“Grazie a chi mi ha votato, a chi non mi ha votato, a chi si è astenuto e a chi mi ha votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra”.
così l’esponente di FdI che ha portato un mazzo di rose bianche per Liliana Segre. Applausi dai banchi del centrodestra, Forza Italia compresa. Applausi più tiepidi anche dai banchi dell’opposizione.
Momenti di tensione tra il leader di Fi Silvio Berlusconi e Ignazio La Russa in Aula, da quanto si può vedere da un video del Tg1 e di Sky l’ex premier non nasconde la sua irritazione, ha un gesto di stizza agitando la mano nel segno di mandare a quel paese il suo interlocutore. L’ex presidente del Consiglio prima ascolta l’ex ministro della Difesa, poi reagisce innervosito. Il diverbio tra i due è stato smentito dallo stesso Berlusconi che ha specificato:
“Sono lieto per l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato della Repubblica. Non solo non ho mai avuto alcuno scontro con lui, ma stiamo collaborando lealmente e in pieno accordo per dare al nostro Paese un assetto istituzionale stabile e un governo forte e coeso. Congratulazioni, presidente”.
Così il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi sui social.
Il motivo lo ha spiegato nella riunione con i suoi: non accetta un metodo nella composizione dell’esecutivo che, secondo i senatori di FI, è quello adottato dal premier Draghi. Così non possiamo votare – e’ il ‘refrain’ di tutti i presenti alla riunione – non si possono mettere veti. Prima di entrare in Aula Berlusconi si era intrattenuto anche con Salvini e con altri esponenti di FI, ribadendo la contrarietà per il no del presidente di Fdi Meloni su alcuni dicasteri richiesti, tra questi quello della Giustizia, e sul no di Fdi al nome per il governo della vicepresidente dei senatori azzurri Ronzulli.
La Russa presidente del Senato
Nel corso degli anni, complice un tono di voce inconfondibile e una certa vivacità caratteriale, Ignazio La Russa è diventato uno degli uomini politici italiani più popolari. Se è vero che la notorietà si misura col numero di imitazioni di cui si è oggetto, La Russa è il numero uno per distacco. Ma la vicenda politica del neopresidente del Senato parte da lontanissimo, nel contesto di una famiglia legata al fascismo e, nel dopoguerra, ai suoi eredi politici, per poi aderire convintamente, a metà degli Novanta, alla svolta liberale impressa da Gianfranco Fini. Se la si vede dal punto di vista puramente parlamentare, quella di La Russa è una promozione allo scranno più alto di Palazzo Madama da vicepresidente esperto, e pertanto risulta anche naturale, ma è dal punto di vista politico che la sua elezione assume un significato rilevante.
Dov’è nato La Russa e quanti anni ha: curiosità sul neo eletto presidente del Senato
La Russa, classe 1947, è nato Paternò, in provincia di Catania. Ha un pedigree esemplare di esponente della destra nazionale: si è fatto le ossa, infatti, nel Fronte della Gioventù, figlio di un esponente del Pnf e poi del Msi, partito col quale è approdato per la prima volta in Parlamento nel 1992. Poi, con l’irruzione di Silvio Berlusconi nella scena nel 1994 e la fondazione del centrodestra, è arrivata Fiuggi e l’emarginazione dei nostalgici e il taglio del cordone ombelicale col fascismo, che ha aperto agli ex-missini le porte del governo. E anche in questo La Russa è stato protagonista, diventando ministro della Difesa con Berlusconi premier, per poi partecipare alla fondazione del Pdl, fortemente desiderato dal leader di Forza Italia. Un’esperienza durata quattro anni, fino alla decisione di fondare, assieme all’attuale premier in pectore Giorgia Meloni e a Guido Crosetto, Fratelli d’Italia, una delle scommesse più fortunate della recente storia politica, partito con risultati magri e ora primo partito italiano. Il carattere simpatico che tutti gli riconoscono non ha impedito, nel corso degli anni, di mettere La Russa al centro di ricorrenti polemiche su una certa ambiguità nei confronti dell’esperienza fascista, come quando ha parlato della sua collezione di busti di Mussolini e, recentemente, quando il fratello Romano è stato immortalato a un funerale mentre faceva il saluto romano. Lo stesso saluto romano che il neopresidente del Senato, con la consueta vena provocatoria, aveva raccomandato in piena pandemia per evitare il contagio. Una vena che ora, in qualità di seconda carica dello Stato, La Russa dovrà necessariamente annacquare.