Pechino – Il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese, che inizierà domenica, dovrebbe consegnare al presidente Xi Jinping uno storico terzo mandato al controllo di un paese che con la sua politica zero-Covid ha chiuso fuori gran parte del resto del mondo.
Xi Jinping verso il terzo mandato
Se tutto dovesse andare secondo i piani, entro la fine della riunione durata due volte in un decennio, il 69enne sarà riconfermato segretario generale del partito, consolidando la sua posizione di leader più potente della Cina dai tempi di Mao Zedong.
La sicurezza è stata rafforzata intorno a piazza Tienanmen a Pechino, dove domenica quasi 2.300 delegati provenienti da ogni provincia cinese si riuniranno presso l’imponente Grande Sala del Popolo.
E mentre Xi continua a insistere sul fatto che il Paese deve attenersi alla sua politica di contenimento ed eliminazione del coronavirus all’interno dei suoi confini, il Congresso si svolgerà secondo rigidi protocolli sanitari.
La campagna contra la corruzione
I critici affermano che Xi ha eliminato qualsiasi potenziale rivale politico negli ultimi anni, soprattutto attraverso la sua lunga campagna contro la corruzione. Il presidente cinese promise infatti una lotta ai funzionari corrotti e durante il suo mandato molti ex alti dirigenti sono stati condannati per le “gravi violazioni disciplinari” di cui sono stati ritenuti colpevoli. Al loro posto sono stati inseriti alleati dello stesso Xi, che ha così consolidato la sua base di potere.
l controllo di Xi sulla macchina del partito passa infatti attraverso i fidi alleati a capo dell’oscuro, ma fondamentale, Dipartimento dell’Organizzazione, che gestisce le risorse umane e controlla le nomine più importanti: Zhao Leji, dal 2012 al 2017, e successivamente Chen Xi, hanno servito in questo ruolo. Il primo ha legami con Xi attraverso la figura del padre, mentre il secondo è stato un ex compagno di studi del leader cinese quando entrambi studiavano all’università Tsinghua di Pechino.