Oggi a Montecitorio e a palazzo Madama si terranno le prime sedute di Camera e Senato. Al via così la nuova legislatura. Quindi si procederà con l’elezione dei presidenti che, però, avverrà a seguito della costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, della Giunta provvisoria delle elezioni e della proclamazione di deputati subentranti.
Camera: Fumata nera nella prima votazione
Fumata nera nell’Aula della Camera nella prima votazione per l’elezione del presidente. Nessuno ha raggiunto il quorum richiesto di 267 voti, i 2/3 dei componenti dell’Assemblea, per far scattare l’elezione. Servirà una nuova votazione, già prevista alle 14.
L’elezione del presidente della Camera
Il presidente di Montecitorio è la terza carica dello stato (dopo il presidente della Repubblica e il presidente del Senato). A sovrintendere la prima seduta Ettore Rosato (Italia viva), vicepresidente anziano nella scorsa legislatura, che in apertura di seduta ha ringraziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:
Siamo grati a Mattarella per il ruolo di supremo garante della vita democratica del paese e di alta espressione della coesione nazionale.
L’elezione del presidente della Camera può essere eletto al primo scrutinio se si raggiunge la maggioranza dei due terzi dei membri (pari a 267 voti). Nella seconda e nella terza votazione il quorum scende a due terzi dei votanti. A partire dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta, pari a 201 voti.
L’elezione del presidente del Senato
Al Senato invece la procedura è diversa. Presiede la seduta la senatrice a vita Liliana Segre, la seconda più anziana (è nata nel 1930) dopo Giorgio Napolitano (del 1925), che non può presenziare per motivi di salute.
Nei primi due scrutini (previsti per la prima seduta) per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’assemblea. Se questa maggioranza (104 voti su 206) non viene raggiunta, si procede a una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei votanti, computando anche le schede bianche. Se anche nella terza votazione non si ottiene la maggioranza, il Senato procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti sarà eletto il candidato più anziano di età.