Liliana Segre oggi ha aperto la prima seduta della XIX legislatura al Senato in veste di presidente. Un ruolo provvisorio che le competeva in quanto senatrice più anziana presente e che non l’ha colta di certo impreparata. “Il discorso è pronto”, aveva dichiarato ieri ai microfoni di alcuni giornalisti all’uscita di Palazzo Madama. Ecco il suo intervento.

Liliana Segre oggi al Senato: “Non mi faccio cogliere impreparata”

“Il discorso è pronto, non mi faccio di certo cogliere impreparata”: così aveva detto ieri Liliana Segre ad alcuni giornalisti all’uscita di Palazzo Madama. È toccato a lei, infatti, in quanto senatrice più anziana dell’emiciclo, in assenza del presidente emerito Giorgio Napolitano, inaugurare oggi la legislatura al Senato, come presidente provvisoria. Sempre ieri aveva dichiarato di vivere “molto tranquillamente” il momento, nonostante l’emozione: “Sono abituata a essere me stessa. Quando sono entrata qui per la prima volta nemmeno sapevo dove dovevo sedermi, questa volta ho provato anche la sedia e mi hanno messo un cuscino per la schiena”, ha spiegato.

Secondo la Segre, nominata senatrice a vita nel 2018 dal Presidente Mattarella “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”, la chiave di volta per trovare soluzioni alle sfide che il nostro Paese sta vivendo si trova nell’articolo 3 della Costituzione, che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Poi, interpellata sul futuro Governo, ha affermato: “Sto alla finestra, guardo quello che succede, prima non posso sapere cosa succederà”.

L’apertura della prima seduta, prevista per le 10.30 di questa mattina, è iniziata con l’intervento di Liliana Segre; ma all’ordine del giorno c’è anche l’elezione del successore di Elisabetta Casellati, che dalla mezzanotte di ieri ha cessato il suo mandato come Presidente del Senato. Intanto, in attesa dell’orario di inizio, i monitor di Palazzo Madama hanno trasmesso alcuni spezzoni degli ultimi interventi in Aula della senatrice Segre. Anche sul sito del Senato era online “una pubblicazione speciale” composta da alcune sue testimonianze.

“La politica che investe nell’odio – è la frase di Liliana Segre che apre il dossier diffuso in rete – è sempre una medaglia a due facce. Non danneggia solo coloro che vengono scelti come bersaglio, ma incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio provocato dalla crisi che attraversa, ormai da un decennio, il continente. L’odio si diffonde e questo è tanto più pericoloso”.

Il discorso pronunciato da Liliana Segre in Aula

Una vera e propria standing ovation, quella dedicata all’ingresso in Aula della senatrice Liliana Segre, accompagnata da un lungo applauso. Dopo l’usuale suono della campanella, Segre ha dichiarato aperta la seduta, dedicando le prime parole ai suoi colleghi, al Presidente della Repubblica, a Papa Francesco e al Presidente emerito Giorgio Napolitano, di cui ha preso il posto oggi. “Incombe su tutti noi, in queste settimane, l’atmosfera agghiacciante della guerra tornata nella nostra Europa, vicino a noi, con tutto il suo carico di morte, distruzione, crudeltà, terrore, in una follia senza fine – ha dichiarato. Mi unisco alle parole puntuali del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: ‘La pace è urgente e necessaria, la via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino'”.

“Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva. In questo mese di ottobre, nel quale cade il centenario della marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio a me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazione che è il Senato della Repubblica. Il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre ed è impossibile per me non provare una specie di vertigine, ricordando che, quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciar vuoto il suo banco della scuola elementare, oggi si trova, per uno strano destino, addirittura sul banco più prestigioso del Senato”.

Poi, parlando della nuova legislatura, profondamente rinnovata negli equilibri politici e nelle persone degli eletti, ha affermato: “Il Paese ci guarda, grandi sono le nostre responsabilità, ma al tempo stesso grandi le opportunità di dare l’esempio, che non vuol dire solo fare il nostro semplice dovere, cioè adempiere al nostro ufficio con disciplina e onore e impegnarsi nel servire le istituzioni e non per servirsi di esse; potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa Assemblea la politica urlata che tanto ha contribuito a far crescere la dissafezione dal voto, interpretando invece una politica alta e nobile che, senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza”.

“Comune a tutti, deve essere l’imperativo di preservare le istituzioni della Repubblica, che sono di tutti, che non sono proprietà di nessuno, che devono operare nell’interesse del Paese, che devono garantire tutte le parti – ha proseguito”. Un appello alla responsabilità, quello della senatrice, che è tornata poi sull’importanza della democrazia, della Costituzione repubblicana e, in particolare, dell’articolo 3. “Mi auguro che la nuova legislatura veda un impegno concorde di tutti i membri di questa Assemblea per tenere alto il prestigio del Senato, tutelare in modo sostanziale le sue prerogative, riaffermare nei fatti e non a parole la centralità del Parlamento” ha affermato. E ha poi concluso: “non c’è un momento da perdere, dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere livelli di guardia e tracimare”.